Bimbi ustionati a Osio, "fuoco non previsto"

Interrogata per tre ore la maestra dell’asilo San Zeno che era vicino al braciere al momento dell’incidente

Il sopralluogo dei vigili del fuoco sul luogo dell’accaduto

Il sopralluogo dei vigili del fuoco sul luogo dell’accaduto

Bergamo - ​Ci sono ancora diversi aspetti della vicenda che non tornano. Punti oscuri da chiarire. Accertamenti in corso per dare spiegazioni. Ecco spiegato perché in questi giorni in procura il pm Silvia Marchina, titolare del fascicolo per l’incidente accaduto alla materna San Zeno di Osio Sopra, ha deciso di sentire altre persone, non solo i presenti la mattina del 30 maggio, quando si verificò la fiammata che ustionò 5 bambini e 3 genitori. Tra le persone convocate, anche la maestra di sostegno che segue il bambino con handicap, il personale esterno alla materna. Un lavoro certosino fatto di incroci e riscontri per arrivare alla verità. Proprio da questi accertamenti sarebbe emerso che fosse protocollata la giornata di orienteering. O meglio, era una attività consolidata alla materna, ma il foglio scritto a mano e consegnato agli investigatori, con il programma di quella mattina, non prevedeva l’accensione di nessun fuoco. Ma come è potuto entrare quel contenitore di plastica con il bioetanolo, utilizzato per abbrustolire i marshmallow? E la pentola, utilizzata a mo’ di braciere, portata altre volte? Per ora ci sono diverse versioni, che non convincono.

Dopo questo giro di interrogatori, per ultima sarà sentita la direttrice didattica che nell’immediatezza aveva detto senza mezzi termini che il fuoco lei non l’aveva autorizzato. Per ora i punti fermi di questa inchiesta sono i due indagati per lesioni colpose gravissime: il papà-volontario, (assistito dagli avvocati Simone Tangorra e Raffaella Galimberti) che ha ammesso di aver portato a scuola il contenitore con il bioetanolo, e la maestra presente vicino al braciere nel momento in cui la vampata aveva ustionato i bambini e tre genitori. Assistita dall’avvocato Valentina Gritti, nelle tre ore di interrogatorio ha dichiarato che nel piano delle attività non era previsto nessun fuoco. Il liquido infiammabile con il resto del materiale è stato portato nel cortile, dove era in corso l’attività di orienteering, dal genitore indagato. La maestra sostiene di avere visto l’uomo preparare il braciere stile campeggio nel giardino, al centro di alcune panche su cui si sono seduti i bambini, ma era convinta fosse un’attività dimostrativa che non avrebbe contemplato l’accensione di un fuoco. Nel frattempo restano gravi le condizioni dei due bambini di 4 anni, ricoverati al Buzzi e al Niguarda di Milano.