Azzano, investì due giovani dopo lite in discoteca. Corte d’appello: omicidio volontario

Riformato il verdetto di omicidio stradale emesso primo grado: la pena passa da 6 anni e 8 mesi a 11 anni e 4 mesi

Luca Carissini (a sinistra), 21 anni e Matteo Ferrari, 18 anni, travolti e uccisi

Luca Carissini (a sinistra), 21 anni e Matteo Ferrari, 18 anni, travolti e uccisi

Bergamo -  Tutto ribaltato. La Corte d’appello di Brescia ha riformato la sentenza sulla tragedia avvenuta la notte tra il 3 e il 4 agosto, ad Azzano San Paolo, dove due ragazzi, due amici residente nel quartiere di Borgo Palazzo a Bergamo, Luca Carissimi di 21 anni e Matteo Ferrari di 18, morirono sull’ex statale Cremasca. Erano in scooter e vennero travolti dalla Mini Minor condotta da Matteo Scapin, di 33 anni, di Curno. Se la sentenza in primo grado per omicidio colposo si era conclusa con la pena dell’imputato a 6 anni e 8 mesi di reclusione, in abbreviato, il verdetto d’appello emesso ieri è stato più pesante e ha cambiato radicalmente il quadro dell’episodio: non più omicidio stradale, ma duplice omicidio volontario. E la nuova pena è di 11 anni e 4 mesi di reclusione. più altri quattro mesi per lo stato di ebbrezza a carico dell’investitore. Matteo Scapin, che era rimasto a casa, è stato informato dai suoi legali, gli avvocati Andrea Pezzotta e Riccardo Tropea.

I genitori dei due ragazzi, rappresentati dagli avvocati Francesca Longhi e Dimitri Colombi, speravano in un ribaltamento della sentenza di primo grado. La notte in cui sono morti Matteo e Luca erano reduci dall’aver trascorso alcune ore insieme con altri amici alla discoteca Setai di Orio al Serio, alle porte di Bergamo, dove era presente anche Scapin. All’interno del locale c’era stata una lite: Luca Carissimi era stato accusato di avere fatto delle avance alla fidanzata di Scapin. I due amici erano stati allontanati dai buttafuori del locale. All’esterno c’erano stati altri screzi, battibecchi e quando Scapin si era allontanato in auto con la fidanzata i due ragazzi lo avevano raggiunto al semaforo in scooter. Lì, con un casco, avevano spaccato il lunotto della Mini. Subito dopo era avvenuto l’investimento, per l’accusa una reazione di rabbia dell’imputato, che era andato dritto a casa per poi autodenunciarsi.

Scapin ha sempre negato di avere travolto la moto intenzionalmente. Carissimi era morto subito, Ferrari il giorno successivo all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Alla sentenza di appello si arriva dopo i ricorsi presentati sia dalla procura, sia dalle famiglie dei ragazzi, che si sono costituite parti civili. Anche in fase cautelare c’era stata una discrepanza tra la lettura dei fatti del tribunale di Bergamo, che li riteneva colposi, e i giudici del Riesame e della Cassazione, che invece avevano ritenuto l’investimento un atto volontari.