Azzano, ragazzi investiti e uccisi: sì al rito abbreviato

La decisione dopo l’udienza preliminare. Si torna in aula l’11 settembre: decisive le perizie sull’incidente davanti alla discoteca

Lo scooter a bordo del quale sono stati travolti Luca Carissimi e Matteo Ferrari

Lo scooter a bordo del quale sono stati travolti Luca Carissimi e Matteo Ferrari

Bergamo, 11 luglio 2020 - All’uscita del tribunale, al termine dell’udienza preliminare, non hanno voluto parlare. Al loro fianco gli avvocati Francesca Longhi e Dimitri Colombi. Incalzati, hanno preferito glissare, scegliendo la via del silenzio i genitori di Matteo Ferrari, e Luca Carissimi, di 21 e 18 anni, i due ragazzi, amici di quartiere (abitavano a Borgo Palazzo) morti nel drammatico incidente avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 agosto 2019 lungo la Cremasca, nel territorio di Azzano San Paolo, dopo una serata trascorsa alla discoteca Setai di Orio al Serio. Matteo e Luca viaggiavano sulla Vespa 125 prima di essere travolti e uccisi da Matteo Scapin, 34 anni, di Curno, ai domiciliari con l’accusa di omicidio volontario. Mentre per la difesa si è trattato di un incidente. 

Scapin non si è presentato in aula ieri mattina. Ha atteso l’esito dell’udienza a casa. I suoi difensori, gli avvocati Riccardo Tropea e Andrea Pezzotta dovevano scegliere tra il rito abbreviato, che precede lo sconto di un terzo della pena, o andare davanti a una Corte d’assise. È stata scelta la prima via, rito abbreviato condizionato dall’audizione del consulente della difesa che sarà sentito dal giudice sulla ricostruzione della dinamica dell’incidente. Per contraltare, verrà sentito anche il consulente del pm Guido Schinna subentrato alla collega Raffaella Latorraca. Si torna in aula l’11 settembre con le audizioni dei periti e, forse, la sentenza. Ieri i famigliari dei due ragazzi si sono costituiti parte civile. 

La perizia cinematica avrà un ruolo importante in questo processo. Del resto lo si era capito sin dall’avvio delle indagini. E si giocherà su questo aspetto anche l’udienza dell’11 settembre, perché per i legali di Scapin ci sarebbero ancora alcune cose da spiegare. Se per il pm si tratta di omicidio volontario, la difesa insiste sull’incidente. Per il perito del gip, ingegnere Fabio Donato, si era trattato di un urto di lieve entità. La Vespa con Matteo e Luca viaggiava a 71 chilometri orari, la Mini a a 81-86. Prima l’una poi l’altra, dal semaforo di via Portico verso la Cremasca.

Nessuno ha frenato, i ragazzi seguivano l’auto. Al semaforo molto probabilmente Ferrari, secondo una testimonianza, aveva rotto con il casco il lunotto della Mini. L’imputato, come aveva dichiarato al gip, aveva avuto paura ed era scappato. Le telecamere, come ha confermato il perito, hanno registrato la leggera deviazione dell’auto verso destra, dove c’era la Vespa, prima dell’impatto. Per la difesa, uno spostamento successivo all’urto. Secondo il perito quando c’è stato l’impatto, i due ragazzi erano già sulla Cremasca.