Sentenza ultras dell'Atalanta: 3 anni al 'Bocia', assolti gli imputati del caso Zingonia

Galimberti e altri 40 imputati sono stati riconosciuti colpevoli dell'assalto alla Berghem Fest di Alzano: le condanne per questo episodio vanno da 1 anno a 1 anno e 2 mesi. Otto mesi di reclusione (pena sospesa) sono invece stati inflitti all'attuale sindaco di Gandosso, il leghista Alberto Maffi

Claudio Galimberti, il leader degli ultras della curva dell'Atalanta (Ansa)

Claudio Galimberti, il leader degli ultras della curva dell'Atalanta (Ansa)

Bergamo, 20 aprile 2015 - E' arrivata la sentenza nei confronti di 143 ultras di Atalanta e Catania nel maxi processo sul tifo violento. Chiesti 6 anni per il 'Bocia', il giudice ha deciso per 3 anni, concedendo a Galimberti le attenuanti generiche. Rispetto alla richiesta iniziale, è venuta meno la qualificazione di reato di rapina, in merito all’aggressione al tifoso juventino preso a cinghiate mentre festeggiava in centro lo scudetto della sua squadra. Il Bocia è stato quindi considerando colpevole in concorso in lesioni, e non in rapina.

Galimberti e altri 40 imputati sono stati riconosciuti colpevoli dell'assalto alla Berghem Fest di Alzano del 26 agosto 2010, con lancio di bombe molotov contro il palco dove si trovava l'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni, reo di avere introdotto la tessera del tifoso: le condanne per questo episodio vanno da 1 anno a 1 anno e 2 mesi. Otto mesi di reclusione (pena sospesa) sono invece stati inflitti all'attuale sindaco di Gandosso, il leghista Alberto Maffi (la richiesta di condanna era stata di 1 anno e 4 mesi), accusato di aver fatto da "vedetta" per il 'Bocia' prima degli scontri di Atalanta-Inter del 13 dicembre 2009. "Ci sono i blu (la polizia, ndr), rischio trappola", erano gli sms che Maffi aveva inviato a Galimberti per avvertirolo della presenza delle forze dell'ordine.

E proprio in questo stesso giorno, colpo di scena dalle difese degli imputati: l'Atalanta ha fatto sapere che tramite il presidente Antonio Percassi ha rimesso la querela (presentata dalla gestione del predecessore Ruggeri) verso i tifosi finiti alla sbarra per l'assalto al centro di Zingonia del 4 maggio 2010. Si tratta in tutto di 40 imputati (fra cui il leader della Curva, Claudio 'Bocià Galimberti) accusati di violazione di domicilio e danneggiamento, per i quali il pubblico ministero aveva chiesto condanne comprese fra 1 e 2 anni. Per questi capi d'imputazione, salvo sorprese, gli ultras non potranno dunque essere condannati. La novità ha destato stupore perché comunicata proprio nel giorno in cui è prevista la lettura della sentenza e dopo che anche sull' episodio di Zingonia è stata svolta l'istruttoria dibattimentale.

Gli ultras che hanno trovato un'intesa con l'Atalanta Calcio, che così ha ritirato la querela nei loro confronti, faranno volontariato.  "Gli imputati - ha spiegato l'avvocato Federico Riva - hanno raggiunto un accordo con l'Atalanta che si è concretizzato solo oggi, ma che ha alle spalle alcuni mesi di confronto: la società, che non si è detta interessata a un risarcimento economico del danno, ha accettato di rimettere la querela perché, in cambio, i ragazzi a suo tempo denunciati presteranno un'attività di volontariato nel campo del sociale alla Caritas diocesana bergamasca. L'accordo è stato siglato con il benestare del Comitato etico". 

Il giudice, nella sentenza, ha quindi preso atto della documentazione fornita dalle difese, ma non ha interpretato il materiale come una remissione, ma come un accordo transattivo tra la società e gli imputati. Il giudice ha comunque assolto tutti gli imputati riguardo il caso di Zingonia: secondo Mazzola non sussisterebbe il fatto, perchè non si tratterebbe di violazione di domicilio e danneggiamento.