Angelo Bonomelli, narcotizzato e ucciso per rapina. Così è stato ingannato e drogato

Quattro arresti, la vittima era convinto di poter collaborare con loro per il rilancio sociale delle terme di sua proprietà. Il figlio: "Mio papà si fidava delle persone"

Trescore Balneario (Bergamo) - Un’indagine lampo scattata martedì notte dopo la denuncia di scomparsa presentata ai carabinieri dal figlio. È così che è stato aperto e subito chiuso il caso dell’omicidio di Angelo Bonomelli, ottant’anni compiuti il 24 aprile, di Trescore Balneario (Bg), dove negli anni ’70 aveva creato l’omonima agenzia di pompe funebri con sedi sparse in tutta la provincia di Bergamo. Avviate le ricerche, mercoledi mattina viene rintracciato il Suv dell’imprenditore in un parcheggio pubblico a Entratico: Bonomelli si trova al posto di guida, è privo di vita. All’inizio si pensa a un probabile infarto. Si scoprirà, più tardi, che è stato narcotizzato, pare con un medicinale sciolto in una bevanda, che non gli ha lasciato scampo.

All’inizio l’ipotesi dell’infarto regge, del resto sul corpo non ci sono lesioni che possano far pensare a una morte violenta. Poi saltano all’occhio le prime anomalie: al polso di Bonomelli mancava l’inseparabile orologio d’oro. E poi il telefonino e i soldi nel portafogli. Da questi dettagli (a cui vanno aggiunte le immagini delle telecamere) i carabinieri della compagnia di Bergamo arrivano ad arrestare per rapina e omicidio quattro persone. Si tratta di un 68enne di Gaverina, il figlio 33enne residente a Scanzorosciate, la sua fidanzata e un amico, di 22 e 23 anni. Sono tutti della stessa zona dell’imprenditore, un paio di loro con precedenti per reati contro il patrimonio. Ora si trovano in carcere in attesa dell’interrogatorio da parte del gip. Un’indagine lampo quella coordinata dal pm Monzio Compagnoni. Gli investigatori hanno così ricostruito che nel tardo pomeriggio di martedì l’imprenditore aveva raggiunto un bar a Entratico, dove aveva appuntamento con un giovane, il 33enne, per discutere del rilancio sui social delle terme di sua proprietà, a Sant’Omobono Terme. Del resto Bonomelli aveva un’idea fissa: ridare vita dopo due anni di chiusura a Villa Ortensie, lo storico centro termale in Valle Imagna di cui si era innamorato. Aveva messo in conto che servisse una ventata di novità, soprattutto sui social.

Così si vede con il 33enne, che si era presentato come un social manager. Ma è una trappola mortale: "Mio padre si fidava delle persone", ha detto il figlio Emanuele dopo aver saputo la verità sulla morte del padre. I due poco dopo vengono raggiunti dalle altre tre persone. Bonomelli si sofferma con loro a chiacchierare all’esterno del bar e a consumare una bevanda che gli viene offerta all’interno della quale era stata disciolta una sostanza degli effetti narcotizzanti. Trascorsi pochi minuti, l’anziano accusa un malore, si accascia e i quattro dopo averlo sorretto lo caricano di peso sulla sua auto, parcheggiata a poca distanza. I due giovani guidano il Suv in un parcheggio pubblico poco distante, seguiti a breve distanza dagli altri complici a bordo di un’utilitaria, spostamenti ripresi dalle telecamere.

Nel parcheggio sistemano, indisturbati, il corpo della vittima sul sedile del conducente arraffando l’orologio d’oro, il cellulare e i contanti. Alla luce degli indizi, i presunti responsabili sono stati raggiunti nelle loro abitazioni dai militari. Durante le perquisizioni hanno trovato un medicinale che potrebbe essere quello sciolto nella bevanda. Di che si tratta solo l’autopsia, in programma oggi al Papa Giovanni XXIII, lo potrà chiarire. Ma l’uso del medicinale farebbe pensare a un piano prestabilito. Insomma, non si voleva solo narcotizzare ma forse andare anche oltre.