Ammazzò il cugino a martellate Eliana Moschetti a processo

La donna che un tempo lavorava come ingegnere lo colpì 90 volte

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di Francesco Donadoni

Il processo, in Corte d’assise, al via l’8 aprile. È la storia tragica di due vite sole. Quella di Eliana Mascheretti, 62 anni (ha lavorato come ingegnere alla ditta 3M di Grassobbio. Suo padre, Silvio, morto nel 2009, per anni è stato segretario comunale a Pedrengo) che deve rispondere di omicidio del cugino, Giuliano Mascheretti, 73 anni, ex docente di Lettere nelle scuole private, che ad un certo punto aveva deciso di farsi ospitare dalla cugina nella villa di via Camozzi, a Pedrengo.

Abitazione con uno stile di parecchi anni fa, tipico di molte ville a ridosso dei centri abitati. Due vite separate che avevano deciso una convivenza, anche forzata, nel tentativo di sfidare la solitudine.

Ma dentro quelle mura non c’era, in realtà, nessuna tranquillità, come hanno appurato le indagini una volta consumato il grave fatto di sangue il 20 dicembre 2020.

All’ennesima lite Eliana Mascheretti ha afferrato un martello da falegname e ha colpito con forza inaudita il cugino con una raffica di colpi, una novantina.

"Non volevo ucciderlo", aveva detto ai carabinieri quando l’hanno arrestata. E l’aveva ripetuto anche davanti al pm Emanuele Marchisio. Ora l’imputata, dopo un periodo in carcere, si trova ai domiciliari.

I suoi difensori, gli avvocati Carlo Cofini e Francesca Longhi, avevano chiesto in udienza preliminare di poter derubricare l’omicidio volontario in preterintenzionale per poter ricorrere ai riti alternativi. Il perito del tribunale ha dichiarato che, al momento dell’omicidio, era parzialmente capace di intendere.

Mentre per la consulenza della difesa era totalmente incapace. All’inizio quando la vittima si era trasferito dalla cugina andavano d’accordo, sembravano proprio una coppia affiatata. La famiglia Mascheretti a Pedrengo era molto conosciuta.

Con il trascorrere del tempo la situazione è precipitata. L’imputata si è trovata a fare da badante al cugino, i rapporti si sono guastati, fino a quella sera in cui lei, in preda ad un raptus, ha afferrato il martello e ha colpito il cugino uccidendolo.

E sempre l’8 aprile inizierà in Corte d’Assise il processo per un altro omicidio, quello di via Novelli. L’imputato Alessandro Patelli, uscito dal cacere, da oggi è ai domiciliari.