Bergamo, allarme siccità: "Non siamo al razionamento d'acqua, ma non lo escludiamo"

Uniacque: ridotta del 90% la portata delle piccole sorgenti, fonti principali della Bergamasca

Sos siccità

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Bergamo, 20 giugno 2022 - È sempre più drammatica, a causa della mancanza di acqua, la situazione delle piccole sorgenti che sono le fonti principali della Bergamasca, quelle con un flusso più circoscritto ma che, sommate una con l’altra, costituiscono l’ossatura fondamentale della rete orobica. La portata si è ridotta del 90%. Resistono le grandi sorgenti, con una portata calata "solo" del 25-30%. L’allarme arriva da Uniacque, il gestore del servizio idrico integrato della Bergamasca, in prima linea per affrontare l’emergenza siccità. "Non siamo al razionamento, ma non me la sento di dire che non ci arriveremo mai – spiega l’ad di Uniacque Pierangelo Bertocchi – Se le cose dovessero peggiorare, può darsi che qualche comune più isolato, con le sorgenti più piccole, si avvicini a questa possibilità".

La maggior portata d’acqua nella Bergamasca è data da tante piccole derivazioni ed è questa frammentazione a generare la situazione delicata, soprattutto in media e alta montagna: con la portata calata del 90% la criticità diventa forte. In Bergamasca c’è da portare l’acqua a casa di 1,1 milioni di abitanti: Uniacque opera in 213 dei 243 comuni bergamaschi e copre oltre un milione di utenti. Il fabbisogno arriva – nel giorno di massimo consumo – a 450mila metri cubi, ovvero 5.200 litri/secondo giornalieri. Rimane così un margine di circa il 20% sulla portata attualmente disponibile da sorgenti e pozzi.

A complicare lo scenario, sono anche le differenze morfologiche di un territorio che si distende dall’alta montagna sino alla pianura. Nella fascia montana la circolazione idrica sotterranea dà appunto origine a numerose sorgenti nelle Prealpi, mentre l’arco alpino è punteggiato da sorgenti di portata limitata. Nella Bassa, invece, si contano diverse importanti falde sotterranee a una profondità tra i 35-50 metri.