Addio al dottor Calligaris "Il modellatore di uomini"

Se ne è andato a 95 anni il padre della medicina sportiva amico di tanti campioni. Era stato il preparatore atletico dell’Inter di Herrera

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di Michele Andreucci

La simpatia, il senso profondo e radicato dell’amicizia e l’amore autentico per lo sport e per la famiglia. È il ritratto che meglio si attaglia ad Alfredo Calligaris, il padre della medicina sportiva internazionale, spentosi ieri mattina all’età di 95 anni nella casa di riposo Maria Ausiliatrice di Bergamo, dove risiedeva da alcuni anni. Nato a Rovigno d’Istria, era bergamasco d’adozione e dai bergamaschi aveva ereditato la tenacia e il culto del lavoro. Calligaris era una figura molto nota negli ambienti sportivi, non solo bergamaschi, per il suo passato di uomo di sport a tutto tondo: atleta in diverse discipline, allenatore, preparatore atletico e, soprattutto, inventore della medicina sportiva. Laureatosi in medicina all’età di 50 anni, nel corso della sua carriera ha forgiato decine di campioni. "Grazie a lui non prendo più il reffreddore", disse una volta Felice Gimondi, il campione bergamasco di ciclismo che è stato uno degli avversari più irriducibili del cannibale Eddy Mercks. Per la sua attività, il grande Gianni Brera, che aveva per lui una innata simpatia, lo definì il "modellatore di uomini". Calligaris può anche vantare di aver inserito la preparazione atletica nel mondo del calcio. Durante la sua attività ha seguito Gimondi molto da vicino, ma anche la valanga azzurra di sci, la magnifica squara composta da Gustavo Thoeni e Piero Gross. Ancora prima era stato, senza laurea in tasca, il preparatore atletico dell’Inter del "mago" Helenio Herrera, una delle più forti squadre italiane di ogni tempo. Non solo. Negli anni aveva anche seguito la nazionale di atletica femminile, ma soprattutto gli azzurri campioni del mondo di calcio in Spagna nel 1982, la storica formazione guidata in panchina dal “vecio“ Enzo Bearzot, con il quale Calligaris aveva stretto una profonda amicizia. Il "professore", come era conosciuto nel mondo della medicina sportiva, ha sempre lavorato più sull’uomo che sull’atleta, sull’aspetto mentale, tanto da conquistarsi appunto l’appellativo di "modellatore di uomini" coniato da Brera. Era un grande tifoso dell’Atalanta, che, finché la salute glielo ha permesso, ha sempre seguito dal suo posto nella tribuna dello stadio di Bergamo. "L’Atalanta - disse una volta nel corso di un’intervista - è servita parecchio per il mio inserimento a Bergamo. Da notare che, partendo dall’Atalanta, abbiamo poi inventato la preparazione atletica nel calcio. Prima, infatti, si faceva poco o niente".