Ferì chi difendeva sua moglie, perizia psichiatrica all’imputato

Coltellate al vicino: il giovane in carcere per tentato omicidio

SALVATO IN EXTREMIS I carabinieri intervenuti il 15 luglio scorso sul luogo del tentato omicidio Il senegalese riuscì a sopravvivere ai fendenti

SALVATO IN EXTREMIS I carabinieri intervenuti il 15 luglio scorso sul luogo del tentato omicidio Il senegalese riuscì a sopravvivere ai fendenti

Bergamo, 18 dicembre 2017 - Sarà  una perizia psichiatrica a stabilire se al momento dei fatti era capace di intendere e volere il marocchino di 27 anni che il 15 luglio scorso era stato arrestato per il tentato omicidio del suo vicino di casa a Ghisalba, un immigrato senegalese di 59 anni, che era stato accoltellato in quanto ritenuto responsabile in passato di aver chiamato i carabinieri per denunciare la violenza del maghrebino nei confronti della moglie, più volte picchiata dal marito. Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Federica Gaudino, che il 21 dicembre conferirà l’incarico al perito.

L’aggressione era avvenuta in un caseggiato lungo la strada provinciale. Quel giorno, stando a quanto accertato dai carabinieri di Treviglio, il marocchino, che ha precedenti per reati contro la famiglia, aveva bevuto parecchio e si trovava in uno stato di alterazione fisica. Aveva quindi, per l’ennesima volta, picchiato la moglie, le cui urla e invocazioni di aiuto avevano messo in allarme il senegalese che aveva chiamato, come fatto più volte nei mesi precedenti, le forze dell’ordine. Alla vista del vicino di casa, il nordafricano aveva afferrato un coltello da cucina e lo aveva colpito violentemente, tanto che la lama era stata ritrovata dai militari ancora nel corpo del cittadino senegalese. Il manico dell’arma, invece, era stato nascosto dal 27enne nella sua abitazione. Il ferito era stato trasportato all’ospedale Bolognini di Seriate e ricoverato in prognosi riservata per i fendenti subìti. Alla fine, se l’era cavata. Il marocchino, invece, era stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio.

Successive indagini avevano permesso di accertare che il ventisettenne in passato aveva minacciato altri vicini di casa, per lo stesso motivo: interventi sui ripetuti maltrattamenti in famiglia. La donna è poi stata trasferita in una comunità protetta insieme ai figli piccoli.