FEDERICA PACELLA
Cronaca

Accoglienza al bivio. I Comuni rischiano di rimanere soli ad occuparsi dei minori

Biffoni: "Mancano ancora i decreti per proseguire i progetti Sai". Tra le province lombarde, quella col maggior numero di posti. è Milano (1660), seguita da Brescia con 692 e Bergamo (267).

Accoglienza al bivio. I Comuni rischiano  di rimanere soli ad occuparsi dei minori
Accoglienza al bivio. I Comuni rischiano di rimanere soli ad occuparsi dei minori

Solo un mese fa, nella Commissione immigrazione e politiche per l’integrazione che si era tenuta nella sede Anci di Roma, sindaci e assessori d’Italia avevano chiesto più strumenti e misure per gestire l’accoglienza dei richiedenti asilo, in particolare dei minori stranieri non accompagnati. "Ribadiamo ancora una volta la necessità di puntare sull’accoglienza diffusa – aveva detto Matteo Biffoni, delegato Anci all’immigrazione – sulla rete Sai, riconoscendo incentivi ai Comuni che accolgono a partire dal rafforzamento degli strumenti di sicurezza urbana". Ora, proprio da Biffoni, l’allarme: mancano ancora i decreti che consentirebbero il proseguimento dei progetti Sai che scadranno il 31 dicembre. Il Sistema di Accoglienza ed Integrazione è il modello che si è dimostrata fino ad ora la strada più efficiente per l’accoglienza e l’integrazione dei richiedenti asilo, seppure il decreto Cutro convertito in legge abbia ridotto drasticamente l’accessibilità, escludendo chi è in attesa del riconoscimento di protezione internazionale.

In Lombardia, i dati aggiornati al 31 agosto, danno conto di 62 progetti attivi per un totale di 3689 posti (in leggero calo rispetto al 2022, quando erano 3779). Tra le province lombarde, quella col maggior numero di posti è quella di Milano (1660), seguita da Brescia con ben 692 posti, quasi tre volte tanto Bergamo (267). Per Como non risultano progetti SAI, Lecco ne conta 1 con 150 posti, Sondrio 1 con 67 posti. Sono solo 52 gli enti locali lombardi titolari di progetto in Lombardia; va detto che mentre si può uscire dai SAI senza che ci siano troppi vincoli (in alcuni Comuni è successo con il cambio di amministrazione), per fare domanda d’ingresso nel sistema bisogna attendere appositi bandi, che vengono emanati con frequenza irregolare. Il nodo, però, ora sta nel rinnovo dei progetti esistenti. A maggio, buona parte dei Comuni titolari ha presentato domanda di prosecuzione per i progetti che scadono a fine anno.

Di decreti, però, non c’è ancora l’ombra, a differenza di quanto era accaduto lo scoro anno, quando gli atti per i rinnovi erano arrivati già a metà ottobre. Quest’anno si attendeva la conferma della prosecuzione entro l’estate, per garantire ai Comuni di avere i tempi tecnici per i bandi per i gestori, scongiurando così il rischio di sospensione dei servizi. Secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dallo stesso Biffoni, "qualora non venisse garantita la prosecuzione, occorrerà trovare nuova collocazione per migliaia di persone, prevalentemente nuclei familiari con minori".