Bergamo, 11 settembre 2013 - Uno sbandata accidentale, senza neanche sapere che le persone finite sotto le ruote dell'auto erano suo fratello, appena accoltellato, e il medico che gli stava prestando il primo soccorso. Questa è la versione dei fatti che Vicky Vicky, indiano di 25 anni, ha raccontato ai carabinieri dopo essere stato arrestato per la morte di suo fratello Kumar Baldev e della dottoressa Eleonora Cantamessa.

VIDEO - LA DOTTORESSA EROE MORTA A CHIUDUNO

"Ho perso il controllo dell'auto, non volevo investire nessuno e non sapevo che l'uomo a terra fosse mio fratello", ha spiegato il 25enne, che ha riferito agli inquirenti di non aver preso parte al pestaggio precedente all'investimento e di non aver saputo che l'uomo a terra era suo fratello Kumar. Ha però confermato di essere stato alla guida dell'auto che ha travolto entrambi. Al momento si trova in carcere a Bergamo. 

 

UNA FAIDA TRA FAMIGLIE - Secondo gli indizi finora raccolti dagli inquirenti, la rissa in cui è rimasto accoltellato Kumar Baldev sarebbe da ricondurre a vecchie faide all'interno di gruppi familiari di indiani che vivono nella Bergamasca. I carabinieri di Grumello e Bergamo, coordinati dal pm Fabio Pelosi, hanno ricostruito anni di risse, aggressioni, minacce, querele e controquerele per motivi tra i più futili, comprese partite di cricket e kabbadi, sport indiano simile al rugby.

Tre anni fa Kumar Baldev e suo fratello Vicky Vicky erano stati minacciati di morte da un connazionale dopo una partita di cricket. Era la sera di martedi' 27 luglio 2010. Alle 23.30 un indiano di 42 anni, residente a Seriate, si era presentato a casa loro, in via Volta a San Paolo d'Argon, e li aveva minacciati di morte per una partita giocata la domenica prima a Bergamo. ''Vi mando una squadra di amici ad ammazzarvi - aveva detto -, so che macchina avete e ve la faccio saltare in aria''. Kumar e Vicky avevano chiamato la polizia locale del Consorzio dei Colli, che aveva denunciato il quarantaduenne per minaccia aggravata.

Nell'auto aveva una roncola, un tirapugni, un manganello, un paio di forbici da giardinaggio e un paio più piccole, due coltelli da cucina, un taglierino e un seghetto. Nella querela i due fratelli avevano spiegato di non aver mai visto prima il connazionale. Due anni prima, il 31 agosto 2008, sempre la polizia dei Colli e i carabinieri erano intervenuti per una maxi-rissa al campo sportivo di Gorlago, dove si giocava il torneo nazionale di kabbadi. Una decina di indiani aveva distrutto a colpi di ascia, spranga e machete l'auto di un connazionale residente nel Bresciano e scatenato la rissa. Per quell'episodio erano poi state denunciate sette persone.

 

VEGLIA PER LA DOTTORESSA - In ricordo di Eleonora Cantamessa, ginecologa di 44 anni, questa sera è stata organizzata una veglia a Trescore Balneario, nel Bergamasco, dove Eleonora viveva con i genitori e dove aveva sede il suo studio privato. Un cuore è stato posto sotto la finestra di camera sua. La salma della quarantaquattrenne è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria e i funerali non sono ancora stati fissati.

 

FAMIGLIA PARTE CIVILE - La famiglia della dottoressa si costituirà parte civile. "Ma non per ottenere un risarcimento economico, quanto piuttosto perché sia fatta giustizia - ha detto l'avvocato della famiglia, Paolo Maestroni -. Abbiamo piena fiducia e forniremo massima collaborazione alla procura e ai carabinieri".

Il legale, assieme a Luigi Cantamessa, fratello di Eleonora, ha incontrato il procuratore capo di Bergamo, Francesco Dettori, e il pm Fabio Pelosi. "Un gesto di umana sensibilità - spiega il legale - che è stato apprezzato dalla famiglia, la quale esprime la propria fiducia nell'operato della magistratura e degli inquirenti in attesa degli sviluppi delle indagini".

 

"DEDICHIAMOLE UN REPARTO" - Potrebbe venire intitolato alla memoria della Cantamessa il reparto di ostetricia e ginecologia della Clinica Sant'Anna di Brescia dove la dottoressa lavorava da 14 anni. ''Senz'altro le dedicheremo uno spazio in ospedale che la ricordi in modo adeguato'' ha spiegato l'amministratore delegato della clinica, Marco Centenari. Se non sara' il reparto, sara' ''uno spazio dove la dottoressa ha operato''.

Intanto anche Brescia sta cercando modalita' per ricordare e onorare l'atto generoso della dottoressa Cantamessa: il sindaco della citta', Emilio Del Bono, ha proposto di inserire la dottoressa tra i candidati al premio Bulloni, un riconoscimento che ogni anno viene assegnato dal Comune di Brescia a persone che si sono distinte per azioni particolarmente meritevoli. Sindaco che, insieme al magistrato del Tar di Brescia, Mario Mosconi, ha proposto di assegnare alla dottoressa Cantamessa la medaglia al valor civile.