Fara Gera d'Adda, 9 luglio 2013 - È stato recuperato intorno alle 2,30 di ieri mattina il corpo di Anna Tatu, la ragazzina di 14 anni di origine romena, residente a Cassano, annegata nel fiume Adda domenica pomeriggio dopo essere scivolata da una passerella a valle della diga Pora Cà, a Fara Gera d’Adda. Le operazioni per il recupero della salma, che era stata individuata a mezzanotte di domenica, sono state condotte dai vigili del fuoco sommozzatori di Milano, guidati dal caposquadra Alessandro Montanaro, dal nucleo Saf dei vigili del fuoco di Bergamo, specializzati in operazioni fluviali, dai pompieri di Dalmine, Treviglio, dai vigili del fuoco volontari di Zogno e dai volontari sommozzatori della Protezione civile di Treviglio.

L’intervento è stato particolarmente difficile e impegnativo (GUARDA LE FOTO DELLE RICERCHE), in quanto il corpo della ragazza era rimasto incastrato in fondo a una buca - sifone in gergo tecnico - particolarmente profonda e la corrente, molto forte, impediva ai volontari e ai sommozzatori di concludere il loro lavoro. Anna, al momento della tragedia, si trovava in compagnia di due amiche, Elena e Camelia, di 16 e 12 anni, anch’esse di nazionalità romena ed entrambe residenti a Fara Gera d’Adda, che sono riuscite a salvarsi grazie all’intervento di un bagnante bergamasco, Alessandro Dozio, di Treviglio, e di un cittadino romeno, Florin Coman, che si sono subito gettati nell’Adda e sono stati aiutati da un canoista.

«Purtroppo non ho fatto in tempo a salvare Anna - sottolinea Coman -. Appena ho raggiunto una delle due giovani, lei mi ha afferrato per il collo. Le ho detto di stare tranquilla e di respirare. Poi ho sentito l’altra ragazza, che era attaccata a una roccia, chiedere aiuto. Mi sono girato verso di lei e le ho spiegato di non muoversi da lì e di non preoccuparsi che saremmo andati a salvarla». Dozio è intervenuto non appena si è reso conto che Coman si trovava in difficoltà a portare a riva una delle due ragazze. «Mi sono tuffato - ricorda il bagnante bergamasco - e mi sono fatto passare la giovane che, terrorizzata, mi ha afferrato le braccia con tutte le sue forze.


Le ho detto di non agitarsi, altrimenti non sarei riuscito a muovermi. Era disperata e continuava a gridare aiuto». Nel frattempo è accorsa sul posto il canoista, che, a distanza di una ventina di metri, stava risalendo il fiume con il kayak. L'uomo, nonostante la forte corrente, si è diretto verso la giovane aggrappata alla roccia ed è riuscito ad issarla sulla sua canoa, con la quale si è poi allontanato e ha raggiunto la riva. Le due ragazze, dopo pochi minuti si sono riprese, ma fino a tarda sera sono rimaste sul posto nella speranza di ritrovare viva l’amica. La notizia della tragedia è giunta come un fulmine a ciel sereno a Cassano, dove Anna Tatu viveva con i genitori. Una famiglia molto riservata, che si era integrata con la comunità locale.

di M.A.