Bergamo, 8 maggio 2013 - Il sindaco Franco Tentorio e l’assessore all’Urbanistia Andrea Pezzotta nei giorni scorsi si erano dichiarati «moderamente fiduciosi». Ma ieri mattina è arrivata la doccia fredda: è andata infatti deserta anche la seconda asta per la vendita del complesso degli ex Ospedali Riuniti di largo Barozzi, un’area di 142mila metri quadri, rimasti vuoti dallo scorso dicembre, dopo il trasferimento dell’azienda ospedaliera nel nuovo ospedale Papa Giovanni XXIII realizzato alla Trucca.

A mezzogiorno, orario in cui scadeva il termine per partecipare al bando di gara di Infrastrutture Lombarde da 76 milioni 185mila euro (prezzo base), non si è presentato nessun operatore privato. Come era già successo nel 2009, quando una prima asta, con una base di 95 milioni di euro, era andata anch’essa deserta. «Ora - ha commentato ieri l’assessore all’urbanistica Andrea Pezzotta - dovremo rimetterci attorno a un tavolo con la Regione Lombardia e concretamente ritornare sulla questione. La situazione attuale del mercato immobiliare impone una riflessione seria su questo spazio, che resta ancora un nodo centrale per lo sviluppo della città».

Alcune indiscrezioni dicono però che la soluzione potrebbe già esserci: pare infatti che un ente pubblico governativo (La Cassa Depositi e Prestiti? L’Inail?) sarebbe disponibile ad investire parte della sua liquidità acquistando l’area al prezzo richiesto (76 milioni), in attesa che il mercato immobiliare torni a risollevarsi e permetta di rivenderla con possibilità di guadagno. Nel frattempo in Largo Barozzi potrebbero essere collocati provvisoriamente alcuni servizi pubblici (già nel Cups è stata traferita l’Anagrafe), per evitare il degrado e garantire all’area un minimo di presidio e di sicurezza.

Ma tutto ciò è, al momento, solo un’indiscrezione. Di certo c’è che l’operazione Riuniti rappresenta una partita molto importante per Bergamo, anche in termini di ritorno economico per il Comune sotto forma di oneri di urbanizzazione (dagli 11 ai 14 milioni). Il progetto sull’area prevedeva opere pubbliche a favore dei cittadini: ludoteca, centro anziani, asilo nido e centro di aggregazione giovanile. Sempre il privato, una volta aggiudicatosi l’asta, avrebbe dovuto realizzare un impianto sportivo di 5mila metri quadrati destinato all’Università (ma aperto anche a cittadini e associazioni) e avrebbe anche dovuto cedere un’area di altri 10mila metri quadrati dove l’Università avrebbe realizzato alloggi destinati a studenti e docenti fuori sede. In cambio sul tavolo c’era un maxilotto da circa 130mila metri quadrati edificabili in una zona centrale di pregio: 62.560 metri quadrati di residenza libera, 20.440 di terziario-commerciale-sanitario, 6.980 di ricettivo, 10mila di residenza sociale, 15mila di servizi universitari e il resto servizi per il quartiere. Ora tutto è in forse e urge porvi rimedio, affinchè l’area di Largo Barozzi non diventi un gigantesco “buco nero” nel quartiere di Santa Lucia.

di Michele Andreucci