Bergamo, 3 maggio 2013 - Si va verso la richiesta di archiviazione del fascicolo di Mohamed Fikri, il manovale marocchino indagato per favoreggiamento nell’inchiesta sulla morte di Yara Gambirasio. Sia per quello che sarebbe l’esito delle definitive traduzioni delle sue telefonate sia per una significativa iniziativa del pm Letizia Ruggeri. Il magistrato della Procura di Bergamo (che per due volte aveva chiesto l’archiviazione per Fikri quando era indagato per omicidio) boccia i cani «molecolari»: gli stessi che puntarono il cantiere di Mapello dove il muratore marocchino aveva lavorato nella giornata del 26 novembre 2010, quando Yara si smaterializzò, e per l’intera notte seguente.

Per sostenere la sua convinzione il pm ha inserito nel fascicolo articoli di giornale sulla sparizione di Laura Winkler, la ragazza di 13 anni di Brunico (Bolzano), poi ritrovata in un burrone nella Valle di Anterselva. I «bloodhound» impiegati per le ricerche di Yara sono stati messi in campo anche per Laura. Tre cani hanno fiutato le tracce della ragazza di Brunico fino ai bordi della strada provinciale, all’altezza di un hotel chiuso, alla località Bagni di Salomone. Ma Laura Winkler non era transitata di lì. Il suo corpo giaceva invece in un crepaccio da dove è stata recuperata con il verricello di un elicottero.
Quindi segugi inaffidabili, è la tesi del pm bergamasco. Un altro colpo alla pista del cantiere, da tempo decaduta agli occhi degli investigatori, ma non a quelli del gip Vincenza Maccora.

«Le ricerche immediatamente disposte - scriveva il gip nell’ordinanza che scagionava Fikri dell’omicidio per aprire l’ipotesi di favoreggiamento - hanno evidenziato tracce del passaggio della ragazza nei pressi e all’interno del cantiere edile sito a Mapello; in tal senso i cani “bloodhound”, utilizzati nelle prime ore delle indagini, hanno individuato un percorso molecolare della ragazzina differente rispetto a quello che la stessa avrebbe dovuto fare per rientrare a casa, percorso che ha portato proprio al cantiere di Mapello dove i cani hanno puntato con insistenza, “fiutando” una possibile pregressa presenza della ragazzina».

Si attende l’esito delle traduzioni delle telefonate di Fikri, disposte con la formula dell’incidente probatorio e quindi con valore di prova. Il gip Patrizia Ingrascì ha nominato un perito, esperto di lingua araba. Lo stesso hanno fatto il pm Ruggeri e il difensore Roberta Barbieri. Sarebbe favorevole a Fikri l’esito della traduzione che il consulente del pm sta eseguendo della famosa telefonata che costò il fermo al marocchino: «Allah, non l’ho uccisa io» (prima versione), «Allah, fa’ che passi» (seconda versione, riferita alla chiamata senza risposta alla moglie di un debitore). Favorevole senza riserve la traduzione della consulente della difesa, un’interprete di arabo.

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