Bergamo, 7 marzo 2013 - «Ancora? Mi hanno telefonato anche quelli delle televisioni. Ma questa vicenda è così importante? Non credevo di scatenare un’agitazione simile».
Roberto Chiorazzi, classe 1947, vicedirettore della Motorizzazione Civile e consigliere comunale del Pdl, è stupito. Ma lunedì sera la sua uscita di scena dal consiglio comunale per protestare contro la mancanza, sui banchi di maggioranza e opposizione, delle tradizionali bottiglie di acqua minerale, è stata clamorosa. E’ successo che il sindaco Franco Tentorio ha ritenuto eccessivi i 1.200 euro all’anno spesi per le sedute consiliari (cifra che il primo cittadino attingeva dalle spese di rappresentanza della propria segreteria) e ha deciso di far sparire le bottigliette. La maggioranza dei consiglieri l’ha messa sul ridere; Roberto Chiorazzi, invece, si è infuriato e ha abbandonato l’aula.

Chiorazzi, è ancora arrabbiato?
«Più che arrabbiato sono amareggiato e deluso. Nessuno ci aveva avvertito dell’iniziativa del sindaco, ma le sembra una cosa normale?».

Adesso diranno: i soliti politici, la solita casta, i soliti privilegi.
«Ma quale casta. Ma vogliamo far ridere? Prendo 40 euro di gettone e per questo farei parte della casta? Perché chiedo un po’ di acqua? Ridicolo».

Ammetterà che i motivi della sua uscita di scena sono quantomeno singolari.
«Adesso verrà Striscia la Notizia, verranno le Iene. Ma io mi sono sentito leso nella mia dignità e sono ancora mortificato. Con tutti i problemi che ci sono, stiamo qua a risparmiare 1.200 euro in un anno per le bottiglie di acqua in dotazione ai consiglieri comunali? Cosa dovremmo fare? Portarci l’acqua da casa?».

Perché no? Però c’è anche l’ipotesi di riempire delle brocche con l’acqua del rubinetto e di posizionarle sui banchi di maggioranza e opposizione.
«In quel caso tornerò in aula, a cominciare dalla prossima seduta del consiglio di lunedì».

Non sembra un problema insormontabile, non crede?
«E invece è un problema che deve essere risolto! Lo ribadisco: quello che è accaduto è stato vergognoso, anche perché nessuno ha pensato di avvertirci. Non è questione di acqua minerale o naturale, ma le bottigliette ci devono essere. Se intervengo durante il consiglio, io ho bisogno di bere. Che cosa dovrei fare? Andare in bagno a riepirmi un bicchiere? Stiamo parlando di qualche bottiglia di acqua, non di champagne!».

Allora ci vediamo in aula lunedì?
«Se mi assicurano che il problema sarà risolto, verrò sicuramente. Altrimenti me ne starò a casa. Non si possono mortificare in questo modo le istituzioni. Quello che è accaduto lunedì è stata una caduta di stile».

di Michele Andreucci