Bergamo, 4 marzo  2013 - Oltre mille dna alla ricerca di una madre. La donna che avrebbe dato alla luce “ignoto 1”, l’assassino di Yara Gambirasio o comunque l’uomo che ha lasciato impresso il suo codice genetico sugli slip e i leggings della tredicenne di Brembate di Sopra. Indagini che si sono avviate mesi fa da quando il codice genetico di Giuseppe Guerinoni, l’autista di corriere morto nel 1999 a 61 anni, è stato ricavato dal francobollo su due cartoline alla figlia e dalla marca sulla patente di guida. I test scientifici, annota una informativa della squadra mobile di Bergamo e del Servizio centrale operativo della polizia, hanno confermato “l’ipotesi della parentela diretta, in termini di patrilinearità, del profilo di Guerinoni” con la traccia estrapolata dagli indumenti di Yara. “Ignoto 1” è figlio naturale dell’autista Guerinoni «ma con una madre diversa dalla moglie di quest’ultimo»

Da allora sono stati cercati un presunto figlio illegittimo e la madre. «In tal quadro investigativo - prosegue l’informativa -, con il contributo diretto della famiglia, degli amici e dei colleghi, è stato esplorato il contesto relazionale femminile di Guerinoni attraverso le sue esperienze lavorative, l’analisi del traffico telefonico dei suoi familiari, i vincoli parentali, le donne solite frequentare gli stessi locali ed esercizi commerciali». Gli approfondimenti sono stati svolti anche attraverso l’acquisizione di 525 campioni biologici trasmessi al consulente Emiliano Giardina, (genetista dell’università di Tor Vergata di Roma - ndr) per i confronti sul profilo materno della traccia di dna, per il momento con esito negativo. La ricerca della madre di ‘ignoto 1’ resta il più concreto filone investigativo.

La ricerca di una madre. Fra ottobre e febbraio viene prodotto il massimo sforzo nella colossale ricerca di dna effettuata in Bergamasca. È programmata l’acquisizione di altri 1400 campioni biologici: 500 di persone individuate attraverso «accertamenti presso gli uffici anagrafici nelle aree geografiche d’interesse, per approfondire i contesti familiari in cui la madre potrebbe aver avuto il figlio da una precedente relazione. Circa 200 effettuando una ricognizione del vissuto di Guerinoni, per esplorare anche i contesti femminili che potrebbero aver interessato i suoi familiari».

Per altri 700 codici genetici si torna là dove è iniziata la tragedia di Yara: il centro sportivo di Brembate di Sopra da cui la ginnasta tredicenne esce attorno alle 18.30 del 26 novembre 2010. Un «tentativo di rivisitare aspetti delle indagini eventualmente trascurati, riconsiderando l’ambiente del centro sportivo e soggetti che, a vario titolo, potrebbero aver stretto una conoscenza, anche labile, con la vittima». L’informativa della polizia riporta che l’aplotipo “Y” (quello che si trasmette di padre in figlio è stato analizzato “dai campioni prelevati ai cosiddetti ‘figli di nessuno’”, per escludere in tempi rapidi ogni relazione con “ignoto 1”.

di Gabriele Moroni

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