Bergamo, 26 novembre 2012 - Forse è stata l’esasperazione. Negli anni, Angelo Cerioli, 52anni, titolare del negozio di giardinaggio e articoli per l’agricoltura «Centro verde Ernesto Cerioli s.n.c» di via Mozzanica, a Caravaggio, aveva subito una rapina e altri furti: già a partire dal 2004. E l’altra notte ha sparato con la pistola uccidendo uno dei ladri che aveva rubato sei motoseghe. E’ un romeno di 43 anni, con precedenti specifici. Il commerciante è accusato di omicidio volontario, subito dopo il lungo interrogatorio è stato rimesso in libertà dal magistrato che ha valutato che non sussistono pericoli di fuga o inquinamento di prove.

L’episodio ha scosso tutta la comunità di Caravaggio, dove ieri non si parlava d’altro. Il sindaco, il leghista Giuseppe Prevedini, ha così commentato: «In parte è anche la conseguenza di questa crisi che stiamo attraversando. Io conosco Angelo Cerioli da parecchio tempo, è una brava persona che ha ereditato l’attività dal padre. Non è un violento, ma con questo non voglio giustificare quanto è successo. Purtroppo quello dei furti o delle rapine in casa o nei negozi, è un crimine che si ripete con una certa frequenza. Si chiede maggior sicurezza, intanto però lo Stato taglia risorse che potrebbero essere utilizzate per assumere altro personale nelle forze dell’ordine. Qui a Caravaggio abbiamo installato una ottantina di telecamere, una, di ultima generazione, si trova proprio nella zona di via Mozzanica, dove c’è il negozio di giardinaggio di Cerioli».


Un fatto analogo a quello accaduto a Caravaggio si era verificato nel 2006 in una villetta di Arzago d’Adda, sempre nella Bassa Bergamasca. Anche in quella occasione si trattava di un furto nella notte ai danni di un imprenditore, Antonio Monella, 50enne: quest’ultimo aveva ucciso a colpi di fucile un giovane albanese di 19 anni, Helvis Hoxa, che poco prima si era introdotto nell’abitazione rubando le chiavi del Suv Mercedes MI 280 parcheggiato in cortile. Per quella terribile vicenda, l’imprenditore è stato condannato a otto anni per omicidio volontario.
 

È quanto ha stabilito l’esito della sentenza dell’udienza preliminare del 13 ottobre, nella quale il gup Vittorio Masia ha confermato l’ipotesi di omicidio volontario. Quella notte, fra il 5 e il 6 settembre di sei anni fa, l’imprenditore si trovava a casa con moglie e figli. A svegliarlo erano stati strani rumori provenienti dal corridoio. L’uomo era corso a vedere cosa fosse successo, e si era imbattuto in uno dei malviventi, il 19enne. L’imprenditore, spaventato, era andato in camera da letto a prendere il fucile da caccia calibro 12 che deteneva regolarmente, e sparò all’indirizzo del malvivente mentre scappava a bordo del suv. Pur ferito, l’albanese Helvis Hoxa era riuscito a raggiungere i complici, che lo avevano caricato in auto e abbandonato davanti a un pub di Truccazzano (Milano): Hoxa morì poche ore dopo in ospedale.
 

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