Bergamo, 15 marzo 2011 – Niente lezioni a scuola, niente certificati agli sportelli degli uffici comunali, serrata di sindacati, Confindustria Bergamo, associazioni di categoria (come Ascom) e Camera di Commercio e niente pratiche in questura e in prefettura. Anche Bergamo si prepara alla festa nazionale dell’Unità d’Italia, che si celebra con lo stop praticamente totale di quasi tutte le attività.

Quasi perché (a parte le prestazioni urgenti assicurate dagli ospedali e quelle dell’ambulatorio oncologico dei Riuniti) non è vero che, malgrado l’eccezionalità dell’anniversario, sarà vacanza per tutti. Il Comune di Bergamo, per esempio, ha revocato, con un’ordinanza del sindaco Franco Tentorio, il divieto alla panificazione: le rivendite di pane, quindi, potranno alzare le saracinesche senza rischiare d’incorrere in contravvenzioni. Ma non sarà questa l’unica eccezione.

A garantire i normali orari d’apertura, infatti, sarà anche la maggior parte dei centri commerciali della Bergamasca: molti Comuni (da Curno a Seriate, mentre Orio fa storia a sé viste le disposizioni particolari che regolano l’area aeroportuale) hanno infatti autorizzato la normale funzionalità. In caso di maltempo, quindi, gli appassionati dello shopping sanno dove trascorrere la giornata.

E non basta: in molte aziende del territorio, infatti, imprenditori e dipendenti hanno trovato accordi economici per non interrompere l’attività produttiva, facendo così fronte con puntualità al rispetto delle scadenze degli ordinativi. Giovedì, pertanto, saranno in funzione gli impianti della Tesmec di Grassobbio, specializzata in attrezzature per macchine da scavo, dove i 200 dipendenti hanno sottoscritto un accordo con la proprietà per posticipare la pausa al 3 giugno.

Lo stesso faranno anche i 100 lavoratori della Reggiani Macchine di Grassobbio, che fa capo alla stessa compagine azionaria di Tesmec, e pure i 1.100 della N&W Global Vending nei tre stabilimenti orobici di Valbrembo, Mozzo e Mapello. Secondo Confindustria Bergamo, però, anche “molte altre realtà medio-piccole starebbero valutando la possibilità di lavorare nonostante il giorno di festa”. La decisione sarà assunta, invece, su base volontaria alla Tenaris Dalmine dove, dopo il “no” di sindacati e Rsu, la proprietà ha proposto un extra di 90 euro a chi, domani, si presenterà in fabbrica.