Bergamo, 7 ottobre 2010 - La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di primo e di secondo grado - 4 anni di reclusione per abusi sessuali su una ragazza tredicenne - nei confronti di don Matteo Diletti, il sacerdote di 39 anni del quale non si hanno notizie dal 23 settembre scorso, quando il religioso ha fatto perdere le sue tracce nella zona di Vello di Marone, sul lago d’Iseo, sul versante bresciano del Sebino, dove sono stati ritrovati la sua auto, il suo portafoglio e un rosario (le ricerche sono state interrotte il 1 ottobre).

Gli episodi contestati si riferiscono al 2004, periodo nel quale don Matteo era stato curato dell’oratorio di Vilminore, in Valle di Scalve, e aveva intrecciato una brevissima relazione con una ragazza del paese di 13 anni, innamoratasi del prete. Il rapporto tra i due era poi trasceso. La sera dell’11 dicembre 2004 il religioso aveva organizzato una serata al cinema insieme ai suoi ragazzi. C’era anche la giovane e lui, stando alle contestazioni, aveva studiato il modo per sedersi vicino a lei. Finito il film, don Matteo aveva riaccompagnato a casa tutti gli altri in auto, lasciando la 13enne per ultima.

I due si erano appartati in una piazzola, scambiandosi baci ed effusioni. Alla fine, stando all’accusa, lui l’aveva spogliata nuda. La ragazzina era arrivata a casa sconvolta e con dei segni rossi sul viso. La madre se n’era accorta e il giorno dopo aveva preteso delle spiegazioni. La figlia aveva raccontato tutto, poi aveva aggiunto che certe cose, da quando aveva 11 anni, gliele faceva anche il vicino di casa, un pensionato di 66 anni.

I genitori avevano allora affrontato prima il parroco di Vilminore, poi il vescovo e don Diletti aveva chiesto di poter parlare con loro per spiegare l’accaduto. Ma il padre e la madre della 13enne si erano rifiutati, così il sacerdote aveva iniziato a spedirle sms: "Ti scongiuro di resistere e di negare tutto”. La famiglia della vittima aveva sporto denuncia e don Matteo e il vicino di casa (condannato a 6 anni) erano finiti alla sbarra.