Val Seriana, una nota riservata del 2 marzo: "Fate la zona rossa". Poi il silenzio

L’ira dei sindaci: l’Istituto superiore di sanità aveva detto al governo di chiudere Alzano e Nembro. "Perché non hanno ascoltato gli scienziati?"

Due operatori sanitari si preparano a entrare in azione in un reparto per malati di Covid

Due operatori sanitari si preparano a entrare in azione in un reparto per malati di Covid

Bergamo, 28 marzo 2020 - Non vi è pace per il ’lazzaretto d’Italia’. Proprio nel giorno in cui in provincia di Bergamo tornano a crescere i contagi (8.060 ieri i positivi, ben 602 casi in più), torna la polemica sulla mancata creazione di una zona rossa là dove sarebbe stato più necessario, vale a dire nei Comuni di Nembro e Alzano Lombardo, in Valle Seriana.

Una polemica mai sopita, per la verità, ma che è stata rinfocolata dal sindaco di Nembro, Claudio Cancelli, forte di una circostanza sconcertante: lo stesso Istituto superiore di sanità, in una nota tecnica del 2 marzo scorso, evidenziava l’incidenza di contagi da Covid-19 nei due Comuni seriani, raccomandandone l’isolamento immediato e la chiusura. Raccomandazione che è stata colpevolmente ignorata, così come gli appelli a più voci che si levavano dagli amministratori di un territorio allo stremo. «La decisione doveva essere di governo e Regione – sottolinea Cancelli – . Dovevano dare maggior peso alle valutazioni tecniche-epidemiologiche dell’Iss che dicevano che era opportuno fare anche qui una zona rossa. Dovevano prendersi la responsabilità. Invece hanno continuato a rimandare e ritardare e intanto il contagio si allargava a tutta l’area". Tanto che alla fine il governo ha adottato misure restrittive per tutta la Lombardia.

Tra le cause della mancata creazione della zona rossa, ci sarebbe stata poi le preoccupazioni per l’andamento delle tante fabbriche che in valle hanno le loro sedi. Di fatto, le autorità hanno colpevolmente temporeggiato con conseguenze disastrose, aggravate dal fattore ’città lineare’: "A differenza di Codogno e del Lodigiano, qui, se si parte da Bergamo e si risale la Valle Seriana, i paesi sono vicini, attaccati l’uno all’altro, senza soluzione di continuità: una situazione che ha facilitato e moltiplicato i contagi. Il risultato è che Nembro ha pagato un tributo altissimo al virus, anche in termini di vite umane. "I numeri ufficiali dei positivi vanno moltiplicati almeno per 12 – sottolinea Cancelli – e quelli dei morti sono 4 volte superiori".

Anche per Camillo Bertocchi, sindaco di Alzano "la presidenza del Consiglio doveva dare esclusivamente peso al parere scientifico dell’Istituto superiore di sanità" e istituire la zona rossa nella Bergamasca, "adottando anche le contromisure di natura economica per limitare l’impatto sulle imprese". Il sindaco ha spiegato di aver saputo solo giovedì in tv del parere dell’Iss: "Sono spaesato. Non ho ancora capito perché ci hanno tenuto per quattro giorni sospesi, con tutto pronto per la zona rossa, che poi poi si è più fatta. So ora, a distanza di 20 giorni che c’era un parere scientifico. Poi ci spiegheranno perché non l’hanno seguito". Ieri mattina ad Alzano Lombardo sono arrivati i militari russi per una operazione di sanificazione alla Rsa del paese, dove ci sono state 35 vittime.