Champions League, Valencia-Atalanta si giocherà a porte chiuse

L'emergenza coronavirus condiziona la partita di ritorno degli ottavi di finale

Atalanta-Valencia di Champions League

Atalanta's Hans Hateboer (L) and Valencia's Jose Gaya in action during the first leg of the UEFA Champions League round of 16 soccer match Atalanta BC vs Valencia CF at the Giuseppe Meazza stadium in Milan, Italy, 19 February 2020.

Bergamo, 3 marzo 2020 - Puerta cerrada martedì a Valencia. Non è ancora definitivo, perché ci saranno altri passaggi istituzionali, ma la decisione presa dalle autorità regionali della Comunitat Valenciana è di far disputare la partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League, martedì sera al Mestalla di Valencia, a porte chiuse. Per l’ovvia ragione di contenere il contagio da coronavirus.​ La decisione è stata ufficializzata nel tardo pomeriggio di martedì.

La Regione Valenciana sta monitorando con crescente preoccupazione i numeri dei contagiati nell’area di Bergamo, dopo che cinque tra giornalisti e tifosi valenciani hanno contratto il contagio da virus Covid19 dopo essere stati a Milano il 18 febbraio per la gara di andata. La richiesta di giocare a porte chiuse, che dovrà passare dal vaglio del ministero dello Sport iberico e della stessa Uefa, va letta in chiaroscuro per l’Atalanta. Da una parte c’è la comprensibile delusione dei quasi tremila tifosi atalantini che si stavano mobilitando per andare a Valencia, dall’altro ci sarebbe il vantaggio per la squadra di Gasperini di non dover giocare di fronte al muro dei 55mila tifosi valenciani che con il loro frastuono da sempre trasformano lo stadio intitolato a Luis Casanova nel Mestalla, ovvero l’Inferno nel dialetto locale.