Superlega, protesta l'Atalanta. Gosens: "E' un disastro"

L'esterno tedesco stigmatizza la scelta dei club scissionisti. Con lui gli altri nerazzurri Gollini, Muriel e Pessina

Robin Gosens, esterno dell'Atalanta

Robin Gosens, esterno dell'Atalanta

Bergamo - Si alza la voce della protesta dei giocatori dell’Atalanta di fronte a un’ipotesi Superlega. La Dea da lunedi viene indicata da tutti come il simbolo della tipica squadra che sarebbe penalizzata, qualcuno si spinge a dire "ammazzata", da questa nuova Lega esclusiva, che - secondo il grido di dolore che si alza da Bergamo - toglierebbe il merito sportivo di una realtà che, classifica alla mano, al momento è proprio "l’intrusa" tra le tre grandi italiane che entrerebbero nella nuova Superlega europea; Inter, Milan e Juventus.

La sollevazione della Dea

Per questo i calciatori nerazzurri cominciano a farsi sentire, ad alzare la voce. Nella serata di lunedì i vari Gollini, Muriel e Pessina hanno cominciato a condividere sui social le dure prese di posizione di alcuni colleghi. Più avanti si è spinto Robin Gosens, conversando con la testata tedesca Kicker, con cui non ha usato mezzi termini: “La Superlega sarebbe un disastro enorme per il calcio. Sono sotto choc per il fatto che questa idea stia diventando realtà. Il fatto che una squadra meno quotata, un underdog, potesse vincere è sempre stato alla base del calcio. Se l’Arsenal o il Tottenham si qualificheranno sempre senza alcun merito sportivo, non ci saranno più i principi del calcio”, ha sbottato il 27enne esterno renano.

Gosens in trincea

Che senza troppi giri di parole ha annunciato di volersi schierare in prima fila nelle barricate anti Superlega. “Tutti devono essere consapevoli – ha rincarato il numero 8 atalantino - che il calcio cambierà per sempre e niente sarà più come prima. Devi chiederti dove sta l’etica in tutto questo. La cosa triste è che si tratta solo di una questione di soldi, soldi, soldi. Il danno sarebbe così grande che molti tifosi si opporranno a questo e io prenderei subito parte alla protesta”, ha concluso Gosens.