Bergamo si ferma per fare gli auguri al Capitano: l'ex atalantino Stromberg compie 60 anni

Il suo mito resta più vico che mai a distanza di 32 anni dal suo ritiro dai campi di gioco

Glenn Peter Stromberg  (Foto Facebook)

Glenn Peter Stromberg (Foto Facebook)

bergamo, 5 gennaio 2020 - La bandiera oggi compie 60 anni e Bergamo si ferma per tributargli il giusto omaggio. Glenn Peter Stromberg oggi arriva a quota sessanta e il suo mito tra il popolo atalantino resta più vivo che mai a distanza di 32 anni dal suo ritiro dai campi di gioco. Storia incredibile quella di Stromberg e del suo rapporto con la Dea e con a Bergamo.

Non parliamo di un Riva per Cagliari, di un Maradona per Napoli, di un Batistuta per Firenze. Perché Stromberg, pur avendo avuto una buona carriera a livello internazionale, non era un bomber o un fantasista, non in andava con gol da urlo e dribbling da ubriacare. Era un giocatore arretrati, che giocava sia da difensore, da libero, che da centrocampista, da interno e anche da mediano. Fisico massiccio, grinta da vendere, visione di gioco, corsa, polmoni, piedi buoni ma non sopraffini. Un gladiatore, un combattente, un leader. In campo e fuori. Nell’Atalanta ha giocato otto anni consecutivi, intrecciando la sua storia con quella di Emiliano Mondonico e con la favola nerazzurra della piccola squadra di B che arriva ad una semifinale di Coppa delle Coppe e poi in serie A conquista due volta un posto in Coppa Uefa. Fu il primo giocatore straniero acquistato, nell’estate 1984, dopo il ritorno in A seguito alla doppia promozione dalla C alla B fino alla massima serie: venne presentato nella vecchia sede interna allo stadio, con le finestre affacciate su viale Giulio Cesare, è un migliaio di tifosi in delirio sotto, in strada, con le bandiere e le sciarpe, a scandire il suo nome in un’afosa mattina del luglio 1984. Otto anni a tavoletta per la sua Dea, 185 presenze in campionato con 15 reti, altre 34 gare e 3 gol nella sua unica annata in B nel 1987-88, poi le coppe europee, con il gol segnato nella semifinale persa con il Malines. Nella primavera del 1992 la scelta di dire basta, a soli 32 anni, sentendo i primi pesi di una carriera spesa tutta di corsa, senza mai tirare indietro la gamba.

Ma Stromberg, idolo e personaggio nel fortino di Bergamo, è stato anche un grande giocatore a livello europeo: ha vinto la Coppa UEFA nel 1982 con il suo IFK Goteborg, la prima squadra scandinava a conquistare un trofeo continentale, allenato da Eriksson che poi lo volle al Benfica dove ha disputato un'altra finale di UEFA persa contro l’Anderlecht e vinto un titolo portoghese. Nel 1990 ha giocato negli stadi italiani i Mondiali con la sua Svezia, dove ha collezionato 52 presenze e 7 reti di cui una segnata contro l’Italia nel 1983 nelle qualificazioni europee. Appese le scarpe al chiodo Stromberg ha fatto la spola tra la sua Göteborg e la sua Bergamo, dove vivono i figli, alternando il mestiere di imprenditore nel settore alimentare a quello di commentatore televisivo per il canale sportivo svedese.