Atalanta alla conquista dell'Europa: servono i gol dei senatori

Non solo Gomez. Anche Ilicic, trascinatore a dicembre con 5marcature, non segna da due mesi

Papu Gomez

Papu Gomez

Bergamo, 2 marzo 2'018 - E ora all'Atalanta resta solo il campionato. Dopo due terzi di stagione il bilancio provvisorio dei nerazzurri è positivo: i sedicesimi di finale di Europa League raggiunti con un cammino da 4 vittorie, tre pareggi ed una sola sconfitta. La semifinale di Coppa Italia ritrovata dopo 22 anni e persa contro una Juventus strafavorita, con l’amaro in bocca di un rigore sciupato all’andata e di un incredibile palo a porta vuota al ritorno. Roba di centimetri, che avrebbero potuto cambiare la storia regalando la finalissima di Roma alla Dea. Non è andata così e all’Atalanta, insieme al legittimo orgoglio per quanto fatto nelle due coppe e per essere arrivata a febbraio ancora in corsa su tre fronti, ora rimane solo la rincorsa a quel sesto posto che qualifica all’Europa League. Una rincorsa in salita. Sampdoria e Milan, appaiate al sesto e settimo posto, sono a quota 44.

La squadra di Gasperini, ottava, insegue a quota 38, in ritardo di sei lunghezze, pur avendo ancora la partita contro la Juventus da recuperare tra due settimane. Sei punti da recuperare con 13 gare e potenziali 39 punti a disposizione. Si può fare. A patto di partire con il piede giusto domenica pomeriggio, quando a Bergamo arriverà proprio la Sampdoria, per uno scontro diretto ad altissima tensione agonistica. Dea costretta a vincere, per dimezzare lo scarto, Doria che può anche giocare per il pari. All’andata a ottobre vinsero i blucerchiati 3-1 in una gara dai due volti: un primo tempo dominato dall’Atalanta, in vantaggio con Cristante e più volte vicina al raddoppio, una ripresa a senso unico per la Samp, a segno tre volte in venti minuti. La rincorsa alla prossima Europa League passa dalla gara di domenica. E non solo. In queste ultime 13 partite la Dea affronterà sul proprio campo tutte le squadre in corsa per l’Europa: Udinese, Torino, Inter e Milan. E in trasferta, tolta la visita alla Juventus e quella alla Lazio, non avrà partite difficilissime: Bologna, Verona, Spal, Benevento, Cagliari. «Da adesso abbiamo davanti tredici finali», ha ringhiato mercoledì sera, dopo la sconfitta in Coppa Italia, Andrea Masiello, dando voce al sentimento che anima lo spogliatoio nerazzurro.

Per riconquistare l’Europa, però, l’Atalanta dovrà ritrovare quella pericolosità offensiva che è stata il barometro dei risultati finora altalenanti in campionato. Dove la Dea è andata a corrente alternata sotto porta, segnando 37 gol in 25 giornate, con qualche abbuffata (la cinquina al Crotone, tre reti nel pari con la Lazio e nella vittoria a Sassuolo) e una sostanziale media di una rete a partita (26 gol nelle altre 22 partite). Mancano i gol di una punta pesante: Petagna e Cornelius finora hanno segnato tre gol a testa e i giovani alternati complessivamente in una dozzina di occasioni, come Orsolini e Vido, ceduti a gennaio, o Barrow, non hanno mai bucato la rete.

Lo stesso Papu Gomez, trascinatore la scorsa stagione con 16 gol, ora è fermo a quota quattro, di cui tre segnati a settembre: negli ultimi cinque mesi il capitano, in campionato, ha segnato una volta sola, timbrando la rete dell’1-2 al novantesimo nella sconfitta con il Cagliari. A tenere in piedi la baracca offensiva atalantina, con sette reti ciascuno, sono stati Bryan Cristante, che negli ultimi due mesi e mezzo ha segnato solo contro il Sassuolo, e Josip Ilicic, che dopo un dicembre da cinque marcature ha smarrito la strada della rete, in serie A, per tutto gennaio e febbraio. Per riconquistare la ribalta europea la Dea deve ritrovare i gol dei suoi senatori, a cominciare dal Papu e da Ilicic. A cominciare da domenica contro la Samp. ©