Champions League, Gomez carica l'Atalanta: "Siamo cresciuti, può succedere di tutto"

In vista della Final Eight di Lisbona, il Papu non si nasconde: "Economicamente inferiori agli avversari, ma l'Atalanta è un'altra cosa"

Papu Gomez, Atalanta

Papu Gomez, Atalanta

Bergamo, 9 agosto 2020 - “Nel calcio può succedere di tutto. Sappiamo di essere una squadra di una città di centomila abitanti e non essere la grande squadra di una capitale. Ma sappiamo dove stiamo andando e cosa vogliamo, perché in questa Champions League abbiamo imparato strada facendo”. Nessun proclama, nessuna spacconata. A bassa voce il capitano dell’Atalanta, Alejandro Gomez, alla vigilia delle Final Eight di Champions League a Lisbona ricorda il ruolo di mina vagante della squadra nerazzurra. La ‘"Cenerentola" debuttante, insieme al Lipsia, al gran ballo in una coppa diversa per mille ragioni. Dove tutto può accadere.

Siamo cresciuti e abbiamo imparato fin dalla prima partita di Champions League, che ne abbiamo presi quattro dalla Dinamo Zagabria. Per noi è stata tutta esperienza, abbiamo battuto lo Shahktar in Ucraina, abbiamo pareggiato con il City e segnato otto gol contro il Valencia. Sappiamo da dove veniamo e dove vogliamo andare. Economicamente non raggiungeremo mai quel livello, ma l’Atalanta è un’altra cosa”  ha raccontato il Papu in una luna intervista concessa al portale argentino Enganche. Dove ha ripercorso la sua carriera e ricordato anche il momento della svolta: quattro anni fa, con l’arrivo di Gian Piero Gasperini a Bergamo. L’uomo della svolta nerazzurra, il tecnico che ha cambiato la carriera del numero 10 argentino. “Penso di aver imparato molto grazie al mister Gasperini. Se lo avessi avuto a 24 o 25 anni, sarei cresciuto molto di più, avrei avuto altre opportunità e un altro percorso, ma l’ho conosciuto solo a 28 anni e la mia parte di fortuna è arrivata solo da allora. Nel calcio devi incontrare le persone giuste. Quando ho incontrato Gasperini giocavo attaccante a sinistra. Allora c’era Kurtic in quella posizione, poi è stato ceduto e il posto è rimasto vacante. Un giorno il mister mi disse: “Guarda, Papu, ti vedo bene per farlo. Dovrai correre di più, dovrai adattarti, ma toccherai di più la palla. Proviamo”. Lo abbiamo fatto in una partita contro il Chievo e vincemmo 5-1. Da quel momento in poi tutto è andato bene e ora sono qui”. Quindi un pensiero all’Atalanta e alla città di Bergamo, dove ormai ha messo radici stabili. “L’Atalanta mi ha cambiato la vita. L’Atalanta – ha concluso Gomez - appartiene alla città e ti senti parte di questo. I ragazzi te lo fanno sentire. Prima del mio arrivo, hanno lottato a malapena per salvarsi e tutti erano comunque contenti. Ma abbiamo alzato il livello e ora ti chiedono le coppe europee. Raggiungere questo obiettivo non ha prezzo”.