Dal rosso ingiusto al caso Ilicic, amaro risveglio per l'Atalanta

Non c'è solo l'arbitro a fare arrabbiare i tifosi nerazzurri dopo la sconfitta con il Real

Josep Ilicic in azione con il Real

Josep Ilicic in azione con il Real

Bergamo, 25 febbraio 2021 - Un brutto risveglio per il popolo atalantino. La notte da sogno tanto agognata contro il Real Madrid si è trasformata in un mezzo incubo di rabbia e rammarico. Per quel rosso affrettato a Freuler, dopo soli 17 minuti, che ha inevitabilmente cambiato la partita. E per il deludente, per non dire irritante, atteggiamento della stella  Josip Ilicic. Ovviamente a prevalere nel popolo atalanino è la delusione verso un arbitraggio non all’altezza, con il tedesco Gittelmann che ha avuto la mano tremante quando doveva estrarre i cartellini gialli ai giocatori del Real, in particolare a Modric, dando l’impressione di una sudditanza psicologica verso il club più blasonato del mondo. Perché la sensazione, confermata dal campo, era che la Dea, in undici, potesse mettere sotto un Real Madrid decimato dalle assenze e non all’altezza del suo blasone. “C’e’ l’amarezza per non aver potuto giocare in undici una partita attesissima. La partita è stata rovinata da un episodio esagerato”, si è sfogato Gian Piero Gasperini a fine gara, fotografando l’umore di tutti i bergamaschi che si sono sentiti defraudati da questo fischietto inadeguato, nella serata più importante della storia nerazzurra. Il gol di Mendy nel finale è stata l’atroce beffa, che ha rovinato del tutto una serata già storta a causa dell’arbitro, E poi c’è il caso Ilicic. Caso vero che rischia di avere conseguenze nella squadra e con il tecnico. Il fuoriclasse sloveno, che Gasperini non aveva schierato domenica contro il Napoli perché stufo di prestazioni scialbe, entrato al decimo della ripresa, è rimasto in campo appena 29 minuti, ciondolando senza energia, senza voglia. Un atteggiamento indolente che ha fatto irritare il tecnico Gasperini che più volte lo ha richiamato, invitandolo a svegliarsi, con le sue urla dalla panchina che rimbombavano nel vuoto del Gewiss Stadium. Messaggio non recepito così all’ennesima palla persa Gasp non ha esitato a togliere lo sloveno. Anche se mancavano appena sei minuti e tatticamente quella sostituzione non serviva: è stato un segnalo chiaro verso Ilicic, per fargli capire che la pazienza è esaurita, e verso la squadra. Come dire: chi non suda, chi non lotta, va fuori, anche se sulla maglietta porta il nome di Ilicic. Il giocatore più rappresentativo dopo l’addio di Gomez, il più vecchio con i suoi 33 anni, il più pagato. Quello che dovrebbe dare l’esempio in campo e fuori, Ieri sera ha fatto esattamente il contrario. Peggiorando tutto con la scelta, dopo il cambio, di uscire passeggiando dall’altra parte del campo rispetto alle panchine, peraltro proprio nel momento in cui il Real Madrid segnava, per fare un rientro anticipato e solitario nello spogliatoio, senza restare in panchina a sostenere i compagni come aveva fatto invece l’infortunato Zapata. Un brutto segnale, da un giocatore che in questa stagione ha deluso, con appena 5 gol e una lunga lista di insufficienze in pagella. Forse da ieri sera Josip Ilicic, a giudicare dai commenti dei tifosi nerazzurri sui social, non è più San Giuseppe…