di Roberta Rampini

Rho, 4 marzo 2013 — «È una moda che sfrutta e uccide. Basta pellicce». All’insegna di questo slogan ieri pomeriggio una ventina di animalisti hanno protestato davanti all’ingresso Porta Est del polo fieristico di Rho, in occasione dell’apertura del Mifur. Il Salone Internazionale delle pellicce e della pelletteria che si svolge sotto la vela di Fuksas fino al 9 marzo, da anni è diventato anche il palcoscenico per le proteste degli animalisti: 50 milioni gli animali che ogni anno vengono uccisi dall’industria della moda per produrre pellicce o inserti, ma anche accessori.

E così, puntuale come ogni anno, decisamente meno scenografica del passato, questa volta la protesta animalista è stata promossa dall’associazione “La lepre”, gruppo per la liberazione animale, umana e della terra. Una manifestazione contro «il macabro, ingiustificabile e insensato sfruttamento degli animali utilizzati per realizzare capi di abbigliamento e rifiniture». Con slogan e striscioni contro l’industria dell’abbigliamento che si basa sullo sfruttamento animale. Cori in difesa dei visoni, «animali che vengono allevati dall’industria della pelliccia, a soli otto mesi vengono uccisi tramite gas, elettrocuzione o con bastonate sul muso».

In difesa dei conigli, «allevati a milioni per la produzione soprattutto di inserti in pelliccia, anche se ultimamente vengono usati anche per la confezione di pellicce intere rivalutate anche dal mercato più giovanile», si legge su un volantino distribuito dagli animalisti.

La manifestazione di protesta è durata un paio di ore. Sono stati distribuiti centinaia di volantini con la foto di uno degli allevamenti di visoni, «un orribile capannone fatto di minuscole gabbie di rete metallica, aperto sui lati per esporre gli animali al freddo e rendere così il loro pregiato pelo più folto».

Improvvisati cori, «vergogna, vergogna», contro i visitatori che si recavano in fiera e indossavano capi di pelle o pellicce. Non ci sono stati incidenti particolari, le forze dell’ordine, agenti del commissariato e carabinieri del Nucleo Fiera, hanno comunque impedito ai manifestanti di entrare nei padiglioni. Al megafono un appello: «Opponiamoci a queste logiche e ricordiamoci che dietro alla pubblicità dei marchi di moda e alle luccicanti vetrine dei loro negozi si nasconde un mondo fatto di sofferenza e prevaricazione. Diciamo basta all’industria delle pellicce e ad ogni forma di sfruttamento degli animali».

roberta.rampini@ilgiorno.net