Al Pacino: Salomè, la mia ossessione

Salomé al cinema era Carmelo Bene. Un’idea distruttiva e insieme ricreativa e parodistica del mito, e del testo di Oscar Wilde. Mai state convincenti le versioni di Ken Russell o della divina Hayworth nel film di Dieterle, “una Salomè sterilizzata che odora di saponetta e cambia abito a ritmo vertiginoso” di SILVIO DANESE

Al Pacino interpreta Erode nel film “Wild Salomè” che ha interpretato  e diretto. Oggi la proiezione al Parenti

Al Pacino interpreta Erode nel film “Wild Salomè” che ha interpretato e diretto. Oggi la proiezione al Parenti

Milano, 12 maggio 2016 - Salomé al cinema era Carmelo Bene. Un’idea distruttiva e insieme ricreativa e parodistica del mito, e del testo di Oscar Wilde. Mai state convincenti le versioni di Ken Russell o della divina Hayworth nel film di Dieterle, “una Salomè sterilizzata che odora di saponetta e cambia abito a ritmo vertiginoso” (Morandini). Dal 2011, da quando un vero “big” dell’interpretazione al cinema e a teatro presentò alla Mostra di Venezia il suo film sperimentale “Wilde Salomè”, bisogna fare i conti anche con Al Pacino.

 

Tre piani incrociati: la fabbricazione dello spettacolo da un testo di Wilde, il più scandaloso per la catena di libidine tra Erode, la figliastra Salomé e Giovanni Battista; la passione del regista per la vita dell’autore irlandese del “De profundis”, con trasferte nei luoghi biografici, aiutato da Gore Vidal e Bono; e il set di un film da girare sullo spettacolo, sul quale regna una inafferrabile Jessica Chastain, essenza fulva della corruzione nel corpo dei veli.

Rimontato da Pacino, esce ora anche in Italia (oggi al teatro Parenti). Il personaggio dei dipinti di Caravaggio, di Klimt e di una schiera d’artisti da museo Eros&Tànato nella vita artistica dell’attore di “Il padrino”, “Scarface” o “Heat-La sfida” era diventato un’ossessione. Pacino Fu interprete a New York nello spettacolo di Robert Ackerman a New al Circle, negli anni ‘90. Poi ancora nel 2003 a Broadway, con Marisa Tomei (“lei è stata grande, ballò magnificamente”). E col personaggio è cresciuto l’interesse per la vita artistica di Oscar Wilde, una vera passione da cui nacque questo film nel 2010, ottenendo a Venezia, dove Pacino ritirò un premio alla carriera, calorosa accoglienza e stupore per l’operazione.

Passando la parola a Pacino: “Questo è il mio tentativo di fondere l’opera teatrale e il cinema. Fare in modo che questo ibrido funzioni è stato il mio obiettivo: unire tutta la qualità fotografica del cinema a quell’essenza dell’acting che è propria del teatro. Se dopo la visione del film il pubblico pensasse: ‘Dovrei leggere di più Oscar Wilde, è interessante, voglio conoscerlo meglio’, per me sarebbe il più grande successo. Oppure mi piacerebbe che lo spettatore si chiedesse: ‘Chi è quella ragazza che interpreta Salomé?’. Jessica Chastain è stata fantastica, ha rappresentato il suo personaggio semplicemente in modo ideale, quasi celestiale, senza di lei non avrei potuto fare ‘Salomé’.

Vorrei anche che gli spettatori scoprissero un lato di me inedito, quasi fossero testimoni diretti di tutto quello che abbiamo affrontato per mettere insieme questo progetto; vorrei apprezzassero il viaggio artistico che ho voluto condividere con loro, lo sforzo per cercare di capire la complessità di Wilde e della sua opera. Questa non è una storia raccontata attraverso una tradizionale rappresentazione e non è neanche un semplice documentario, è qualcosa che abbiamo sperimentato. Proprio come gli attori in scena, anche il pubblico dovrà credere in me, affidarsi e credere nel progetto, lasciando che sia io a guidarli in questo viaggio”