La carica dei 600mila studenti a Expo. E volontari promossi in inglese

Le scolaresche all’assalto del parco. Ora si aspettano quelle straniere

Bambini delle scuole a Expo

Bambini delle scuole a Expo

Milano, 5 maggio 2015 - Le prime scolaresche si sono presentate ai cancelli di Expo ieri mattina. A compensare il calo dei visitatori che hanno affollato il sito nel weekend, sono arrivati gli studenti. Dalle elementari alle superiori. I primi di «600mila alunni già prenotati», spiega il commissario unico dell’evento, Giuseppe Sala: «Aspettiamo anche scuole dall’estero». Nel complesso, l’affluenza non pare aver risentito dell’effetto lunedì. Ieri le code ai padiglioni erano più snelle ma il Decumano era una fiumana di persone. La macchina di Expo ha ingranato la marcia. A dimostrarlo c’è l’organizzazione degli accessi. Prendiamo gli ingressi ovest, collegati alla metropolitana rossa e alla stazione ferroviaria. Sabato si erano creati ingorghi, con i lavoratori costretti a fare la coda insieme ai visitatori, con attese fino a 40 minuti che per molti si erano tradotte in un arrivo in ritardo alle loro postazioni. Ieri, complici i flussi più morbidi, la macchina è andata a regime: corsie separate per i turisti, abbonati, lo staff del sito, i media e i commissari dei Paesi.

D’altronde, gli ingressi vicini alle fermate dei mezzi pubblici sono sottoposti ogni giorno a una prova di resistenza. Il messaggio degli organizzatori – venite a Expo utilizzando metropolitane e treni – è stato ascoltato. Risultato: in questi primi giorni di attività, gli uomini ai cancelli Fiorenza e Triulza hanno dovuto smaltire la maggior parte degli ingressi. L’arrivo delle scolaresche ha animato il parcheggio sud, mentre ieri l’area est di Roserio, che serve i parcheggi remoti, era una spianata vuota. La distribuzione degli accessi ha in qualche modo penalizzato i padiglioni dell’area orientale, come Oman, Indonesia, Turkmenistan ed Estonia, meno visitati di altri. Tuttavia gli organizzatori prevedono che nelle prossime settimane la maggior affluenza di tour organizzati, che viaggiano con i pullman granturismo, riequilibrerà la situazione, dando più visibilità anche all’angolo estremo del parco di Rho-Pero.

Una volta dentro, è caccia alla mappa per orientarsi tra i padiglioni. Anche in questo, la macchina sta andando a regime. La cartina è disponibile in italiano, francese (la lingua ufficiale del Bureau international des Expositions, Bie, l’ente che presiede all’organizzazione di questi eventi) e inglese. E ieri mattina, di quest’ultima non c’era traccia. Né ai chioschi informazioni, né dai volontari che presidiano il sito per aiutare i turisti. Qualche turista sbuffa e si accontenta, qualcun altro insiste per avere informazioni più dettagliate su dove deve andare. E l’inglese, e più in generale le lingue, sono un punto a favore del personale dell’Expo. Complice lo schieramento internazionale di volontari che sono stati assoldati per la manifestazione, che indicano anche quali sono, secondo loro, i padiglioni da non perdere.

Non bastasse l’aiuto dello staff, lungo il Decumano (il viale principale di Expo, 1,5 chilometri di lunghezza) sono dislocate delle postazioni virtuali, con una mappa interattiva del sito, distanze e posizioni delle attrazioni, il programma degli eventi della giornata. Qualcosa manca, vedi le indicazioni della navetta che fa il giro del parco espositivo. Un sollievo per spostarsi da un capo all’altro di Expo, visto che lungo il Decumano mancano ancora le panchine. Vietato sedersi e vietato fumare. Basta fare il gesto di accendere una sigarette sotto le vele bianche, perché un volontario o uno degli operatori di Expo arrivi in gran carriera: «Qui non si può». L’invito è ad andare nella zona esterna, ossia lungo l’anello che circonda i padiglioni. Secondo il progetto originario, il visitatore dovrebbe anche trovare delle aree attrezzate per i fumatori, che al momento però non sono state allestite. Rientrano nell’elenco di lavori che la società organizzatrice intende completare nei prossimi giorni. Con la spiacevole conseguenza che, senza un cestino a portata di mano, i mozziconi di sigaretta finiscono nelle aiuole. Il problema di dove buttare la spazzatura è uno dei grattacapi del visitatore. Lungo il Decumano c’è solo l’imbarazzo della scelta, con le istruzioni su come smaltire ogni tipo di scarto. In alcuni padiglioni, invece, c’è l’imbarazzo contrario: non ci sono cestini o quei pochi sono riempiti alla rinfusa, alla faccia della raccolta differenziata e dell’Expo della sostenibilità.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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