Venerdì 19 Aprile 2024

La richiesta al Governo: "Impegno per far rientrare le due ragazze rapite in Siria"

Presentata una mozione in Parlamento per Greta Ramelli, da Gavirate, e l'amica Vanessa Marzullo, di Brembate di Paolo Candeloro

Un primo piano di Greta Ramelli, la 20enne gaviratese rapita insieme all'amica Vanessa Marzullo

Un primo piano di Greta Ramelli, la 20enne gaviratese rapita insieme all'amica Vanessa Marzullo

Gavirate, 29 novembre 2014 - Un appello al Governo affinché «si adoperi, con tutti i mezzi a disposizione, per far rientrare in Italia le giovani Greta Ramelli e Vanessa Marzullo». In Parlamento, dunque, si torna a parlare delle due volontarie rapite in Siria nella notte fra il 31 luglio e il 1° agosto scorsi: a farlo sono 15 senatori del Movimento 5 Stelle, che in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne hanno ricordato l’appello lanciato da Amnesty International «in difesa delle donne e delle bambine coinvolte nella rivolta siriana».

Risale ormai a quattro mesi fa «il rapimento delle fondatrici del progetto “Horryaty“ - scrivono i parlamentari nella loro mozione -, iniziativa di solidarietà che si occupa soprattutto di attività nei settori sanitario e idrico. Organi di stampa scrivono che “le due ragazze italiane sarebbero tenute prigioniere da miliziani siriani della regione compresa tra Aleppo e Idlib, a poca distanza da Abizmu, località nella quale sono state avvistate l’ultima volta a fine luglio“». In merito «il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale ha sin da subito attivato l’unità di crisi, ma ad oggi sul caso sono prescritti il massimo riserbo e la massima discrezione», proseguono i senatori M5S prima di avanzare la sopracitata richiesta al Governo di «adoperarsi, con tutti i mezzi a propria disposizione, per far rientrare in Italia le due giovani volontarie Marzullo e Ramelli». Nelle ultime settimane a Gavirate, la località alle porte di Varese nella quale Greta è cresciuta, si è vissuto col fiato ancor più sospeso dopo le notizie di tenore diametralmente opposto provenienti da Libia e Siria. Se infatti nel Paese nordafricano sono stati liberati, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, i tecnici italiani Marco Vallisa e Gianluca Salviato, in Medio Oriente è andata in scena l’ennesima decapitazione: vittima dei miliziani dello Stato islamico, il cooperante americano Peter Kassig. Quanto a Greta e Vanessa, le ultime informazioni sulle loro sorti risalgono al 20 settembre, quando si è diffuso il timore che le ragazze fossero cadute nelle mani dei jihadisti dell’Isis: l’indiscrezione è stata però smentita da un quotidiano libanese vicino a Hezbollah (movimento sciita alleato del regime di Damasco), secondo il quale le giovani - vittime di una trappola - sono state rapite e poi vendute da un gruppo armato a un altro, ma senza alcun coinvolgimento dello Stato islamico.

Naturalmente è difficile stabilire la veridicità della notizia, anche perché il giornale in questione - «Al Akhbar» - non è imparziale. In seguito, però, il quotidiano ha pubblicato una serie di indiscrezioni sulla sorte di Paolo Dall’Oglio, il padre gesuita rapito in Siria nel luglio del 2013, confermate poi da fonti sia italiane che locali. Dal settembre scorso, comunque, non si hanno più notizie in merito a Greta e Vanessa, e a Gavirate (così come a Brembate, il paese della Bergamasca dal quale proviene l’altra volontaria sequestrata) l’incubo continua. I genitori della 20enne studentessa di Scienze infermieristiche preferiscono restare in silenzio, mentre il Comune - per rispettare la richiesta della famiglia di Greta e della Farnesina stessa - non ha organizzato alcuna iniziativa in ricordo della giovane. Ci si affida, insomma, solo alla speranza e alla preghiera. Ormai da quattro mesi.