Malpensa, sos terrorismo ma lo Stato risponde tagliando uomini e mezzi

L'allarme per Malpensa arriva da un sindacato di Polizia, l’Ugl: «Per i documenti falsi niente arresti, basta la denuncia a piede libero» di Rosella Formenti

Polizia all'aeroporto di Malpensa

Polizia all'aeroporto di Malpensa

Malpensa (Varese), 26 gennaio 2015 - L'allarme per Malpensa arriva da un sindacato di Polizia, l’Ugl: «Per i documenti falsi niente arresti, basta la denuncia a piede libero». E questo nonostante un articolo del codice penale, il 497 bis, preveda la misura restrittiva. A denunciare la situazione dello scalo varesino, comune comunque secondo il sindacato ad altri aeroporti, è il segretario regionale dell’Ugl Polizia, Manuel Brignoli che spiega: «Ogni anno a Malpensa vengono denunciate 800-1.000 persone. I denunciati sono stranieri che potrebbero avere generalità diverse da quelle che forniscono». Quando vengono fermati all’imbarco con documenti intestati a nominativi fittizi, continua Brignoli, «invece di essere arrestati vengono invitati a presentarsi all’ufficio stranieri per l’identificazione o l’espulsione». Ma sempre secondo quanto riferisce Brignoli, «l’ufficio stranieri di Varese, da cui dipende Malpensa, nel pomeriggio è spesso sfornito di personale e quindi i soggetti fermati vengono denunciati e lasciati liberi di andare per poi presentarsi. Ovviamente spesso non lo fanno». Per Ugl Polizia è una falla nel sistema di sicurezza in un momento come quello attuale nel quale, fa rilevare il segretario nazionale Valter Mazzetti, «gli arresti andrebbero incrementati ai sensi dell’articolo 497 bis introdotto nel 2005 per la lotta al terrorismo».

La segnalazione del sindacato è preoccupante per il sindaco di Ferno, Mauro Cerutti, presidente di turno di Ancai (Associazione nazionale comuni aeroportuali) che dice: «L’aeroporto è un punto sensibile, la sicurezza deve essere al massimo. Sappiamo che ogni giorno le forze di polizia sono impegnate senza tregua a contrastare ogni traffico illecito, ma è chiaro che se servono rinforzi questi devono essere garantiti, soprattutto in un momento come quello attuale, con l’allarme terrorismo. Per questo come sindaci dell’area di Malpensa noi ribadiamo anche la necessità di riaprire il presidio della Dia all’aeroporto. Contare a Malpensa su un presidio in più sarebbe indubbiamente un segnale forte in ambito investigativo». Malpensa resta purtroppo scalo strategico per i traffici illeciti, la lotta di ogni giorno è al traffico internazionale di droga, alla merce contraffatta, all’immigrazione clandestina con l’attenzione al massimo sulle rotte del traffico e centinaia di respingimenti, al traffico di valuta. La preparazione e l’efficienza degli uomini garantiscono sicurezza e risultati importanti nel contrastare l’illegalità. «Al ministero dell’Interno ogni anno vanno 30 milioni di euro dall’addizionale comunale sui diritti di imbarco – fa rilevare ancora Cerutti - soldi per la sicurezza, ci dicano da Roma come vengono spesi visto che la Dia è finita sotto la scure dei tagli. E non è stato un bel servizio alla sicurezza di Malpensa e al territorio».