Valichi sorvegliati coi droni. Svizzera, tolleranza zero contro gli immigrati illegali

Transitano quasi ogni notte sopra i paesi di confine i droni svizzeri che sorvegliano la frontiera contro l’invasione di clandestini, che dopo una pausa di qualche mese son tornati a sorvegliare dall’alto con telecamere a infrarossi l’intera fascia di confine di Claudio Perozzo

Guardie di confine (Cusa)

Guardie di confine (Cusa)

Luino (Varese), 1 ottobre 2014 - Transitano quasi ogni notte sopra i paesi di confine i droni svizzeri che sorvegliano la frontiera contro l’invasione di clandestini, che dopo una pausa di qualche mese son tornati a sorvegliare dall’alto con telecamere a infrarossi l’intera fascia di confine. Berna ha rinforzato la sorveglianza ed ha inviato altri 20 uomini che si sono aggiunti ai 12 specialisti già presenti. Si tratterebbe degli stessi veicoli senza pilota in dotazione all’esercito elvetico, utilizzati anche nel 2009 per sorvegliare anche allora gli ingressi clandestini in Svizzera, dando buoni risultati. Piccoli veivoli lunghi 4,6 metri con una apertura alare di 5,7 metri; decollano da Locarno-Magadino grazie ad una rampa mobile e svolgono la loro sorveglianza soprattutto nelle ore notturne. Superano la velocità di 200 chilometri orari coprendo distanze di 100 chilometri, raggiungendo all’altezze di 5500 metri, mentre la ricognizione più ottimale varia da altezze di 1000 sino a 3000 metri di quota.

Hanno un’autonomia di carburante che permette loro di stare in volo mediamente quattro ore. Sono provvisti di telecamera a raggi infrarossi e scattano foto (anche notturne) che vengono trasmesse in tempo reale a terra, facilitando così il lavoro delle Guardie di confine e della Polizia cantonale. Durante la missione sono praticamente invisibili, anche se si avverte il loro rumore quando si abbassano in alcune zone. I voli sono notturni, perché è proprio con l’oscurità che i clandestini tentano di passare il confine, usando i vecchi e i nuovi sistemi e metodi, come aggrappati sotto i treni, sotto i tir, ed ancora percorrendo le zone boschive sotto rete di confine, guidati da “passatori” fruttuosamente pagati, che utilizzando i vecchi ed i nuovi tracciati dei contrabbandieri, approfittano del degrado della rete di confine, nei tratti che è ancora in essere, mentre in molte zone è completamente sparita. Tolleranza zero, dunque, sull’immigrazione illegale. Con l’uso dei droni la polizia cantonale svizzera ha intercettato diversi passatori e clandestini. Molti sono i punti sensibili, oltre ai già noti valichi ufficiali fra il Luinese e la zona di Chiasso.

Ma oltre ai valichi istituzionali sono sorvegliati anche i ben più numerosi passaggi abusivi, nelle zone boschive ed agricole di confine e nei pressi dei corsi d’acqua come il Tresa e il Ceresio. Da alcune settimane la Polizia di frontiera ticinese, ha alzato i controlli, dopo che è stato accertato che nel Mendrisiotto, vi era un incremento di clandestini provenienti dal Sud Italia, specie da Lampedusa e dalla Puglia. Si parla di centinaia di persone fermate, molti i tunisini, iraniani e nigeriani. La polizia elvetica, intercettati i clandestini, li porta scortati alle autorità di confine italiane.