Super franco, euro debolissimo: calano i varesini oltre il confine

Affari per la clientela svizzera, che sta prendendo d'assalto negozi e centri commerciali della provincia

Fila di auto sul confine italo-svizzero

Fila di auto sul confine italo-svizzero

Varese, 17 aprile 2015 - Franco in forte ascesa, euro sempre più debole. Da giorni, infatti, la moneta unica sta perdendo gradualmente valore nei confronti di quella svizzera. Stando ai dati della piattaforma Swissquote, l’euro è sceso fino a 1.0297 franchi per poi risollevarsi leggermente e attestarsi a poco sopra l’1.03, muro che non veniva sfondato da fine gennaio. Dopo il terremoto provocato dall’abbandono - deciso dalla Banca nazionale svizzera (Bns) lo scorso 15 gennaio - della soglia minima di cambio fissata a 1.20, la moneta europea ha raggiunto un minimo di 0.9652 prima di risalire a un massimo di 1.08 (in febbraio) e avviare quindi il lento declino che sta proseguendo sino a questi ultimi giorni.

Evidenti le conseguenze di tale andamento, soprattutto per quanto riguarda i territori di confine. Con una differenza ormai minima tra euro e franco, è infatti in grande aumento il flusso di cittadini svizzeri che oltrepassano la frontiera per fare acquisti, mentre allo stesso modo calano le presenze varesine nei negozi e nei grandi centri commerciali del Ticino. Si tratta di una situazione che, se da un lato può considerarsi senza dubbio positiva per il commercio bosino, dall’altro rischia di andare a rivoluzionare quell’interscambio che ha sempre caratterizzato queste zone.

"A oscillazioni del genere siamo ormai abituati - commenta Pietro Roncoroni, sindaco di Lavena Ponte Tresa nonché presidente dell’associazione che riunisce i Comuni italiani di frontiera -: abbiamo imparato a conviverci, anche perché non ci troviamo certo di fronte al vero e proprio ribaltone avvenuto lo scorso gennaio. Ad ogni modo, il flusso di clienti provenienti dalla Svizzera è sicuramente aumentato: non possiamo parlare di assalto, ma per i nostri commercianti la situazione è senza dubbio migliorata. Diciamo che il riflesso immediato risulta positivo anche per i frontalieri, il cui stipendio è più consistente: speriamo però che non si verifichino troppe situazioni di “ritocco’’ in busta paga. Alcuni casi del genere, è vero, sono stati registrati, ma tenderei a non fare di tutta l’erba un fascio".

Tornando all’aspetto commerciale, l’analisi di Graziella Roncati Pomi, titolare di due negozi Swarovski nonché vicepresidente dell’Associazione imprenditori europei, contribuisce a delineare il trend. "La tendenza è positiva - rivela -, soprattutto al centro commerciale Belforte, dove il flusso di svizzeri era consistente già prima della “liberalizzazione’’ voluta dalla Bns. Negli ultimi tre metri l’aumento delle presenze elvetiche è evidente, e del resto un dato relativo alla mia attività ne è la riprova: un braccialetto che in Italia vendo a 59 euro, infatti, al di là del confine costa 89 franchi». Boom di svizzeri, dunque, che avanti così continueranno a fare affari e a invadere negozi e centri commerciali del Varesotto.