La polizia si difende dalla gogna. Penna spia per gli interventi a rischio

Il sindacato ne ha consegnate 3.000: registrano audio e video. «A Varese e Ferrrara con i casi Uva e Aldrovandi una parte infinitesimale del nostro lavoro» di Paolo Candeloro

La polizia in azione (foto di repertorio)

La polizia in azione (foto di repertorio)

Varese, 29 luglio 2014 - Una penna dotata di registratore audio e video e un sito internet nel quale far valere le proprie ragioni. Il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) scende in campo in favore dei suoi iscritti, in particolare dei poliziotti coinvolti in episodi drammatici come quelli legati alle indagini sulla morte di Giuseppe Uva e Federico Aldrovandi. A Varese per far sentire la propria vicinanza in particolare nei confronti dei sei agenti rinviati a giudizio in merito al caso Uva, il segretario nazionale del sindacato, Gianni Tonelli, chiarisce la posizione. «Noi non chiediamo in alcun modo di essere affrancati dalle nostre responsabilità - premette -: se queste esistono, siamo pronti a pagare il conto. Detto questo, però, riscontriamo ogni giorno che il sistema non ci sostiene. Non siamo disposti ad assumerci responsabilità che non sono nostre: non è possibile che gli operatori di polizia siano trascinati in questo stato di vergogna insieme alla loro famiglie».  Tonelli, poi, sposta l’attenzione sull’attività quotidiana della categoria che rappresenta. «Statisticamente - sottolinea -, incidenti di percorso come quelli capitati a Varese o Ferrara rappresentano una parte infinitesimale di tutto il nostro lavoro, eppure portano i poliziotti a essere sottoposti a una gogna mediatica eccessiva: non vogliamo essere chiamati a rispondere di fatti che non abbiamo commesso». Ecco allora la «Spy Pen»: una biro che permette di effettuare registrazioni audio e video (memoria di quattro gigabyte) per un massimo di cinque/sei ore. «Ne abbiamo già consegnate oltre tremila su tutto il territorio nazionale - fa sapere il segretario del Sap -, ma contiamo di fornirne a tutti i nostri operatori, non solo quelli che operano sulle volanti. Così saremo in grado di dimostrare il comportamento degli agenti, anche attraverso un apposito archivio che conterrà tutti i file. Si tratta di uno strumento di verità». E in proposito, sarà presto online un sito dedicato ai casi più controversi. «Si chiamera “Giustizia e verità“ - rivela Tonelli -: metteremo in rete i documenti che smentiranno le varie menzogne delle quali siamo stati vittima. In questo modo - conclude - emergerà in maniera chiara la verità degli eventi».