Calcio e pallacanestro in crisi, il periodo nero dello sport varesino

Le principali società sportive della città stanno attraversando momenti molto difficili per motivi diversi

Pubblico al palazzetto di Masnago

Pubblico al palazzetto di Masnago

Varese, 14 febbraio 2017 - Il calcio, fallito e ripartito dall’Eccellenza dopo aver sfiorato la Serie A, condizionato da un braccio di ferro interno alla società che rischia di comprometterne la stabilità ritrovata e i buoni risultato sul campo con la squadra capolista in Serie D; la pallacanestro, il grande vanto cittadino, tristemente e pericolosamente ultima in classifica, fortemente indiziata di una retrocessione da cui sarebbe poi tremendamente difficile risalire; l’hockey due volte campione d’Italia sparito ormai da anni dai radar nazionali e costretto a fare da «farm team», una sorta di succursale, ai club maggiori per poter così esistere nelle serie minori.

Momento fortemente critico per lo sport varesino, almeno per quanto riguarda quello di alto livello, quello che muove tifosi e passioni, quello capace di creare momenti ed epopee che travalicano la dimensione locale per conquistare l’Italia e l’Europa. Una fotografia che potrebbe essere allargata anche alla provincia, con la Yamamay Volley Busto Arsizio ridimensionata nelle ambizioni e la Pro Patria relegata nelle serie dilettantistiche come i cugini del Varese, così come agli sport individuali, dove si fatica a produrre atleti di primo piano anche in discipline dove il Varesotto vanta grandi tradizioni come ciclismo e canottaggio.

Ma a preoccupare tifosi e appassionati è soprattutto il destino di Varese Calcio e Pallacanestro Varese. Il pallone di cuoio è dilaniato a livello societario da uno scontro che prima ha visto le dimissioni del presidente, Gabrielle Ciavarrella, in polemica con la maggioranza del Cda rappresentata dal vicepresidente Aldo Taddeo e da Paolo Basile, poi il rientro dello stesso Ciavarrella in seguito all’uscita di scena del duo Taddeo-Basile. Un terremoto di accuse reciproche in cui non sono ovviamente mancate allusioni a presunti problemi finanziari: un incubo, per una società fallita quando era arrivata sull’uscio della Serie A e faticosamente ricostruita a partire dai campetti dell’Eccellenza.

Il basket invece, di proprietà del consorzio Varese nel Cuore dopo l’uscita di scena dei Castiglioni, ultima famiglia-proprietaria vecchio stampo, giace sul fondo della classifica della Serie A, in condominio con la Vanoli Cremona. Il regolamento prevede una sola retrocessione, dunque c’è margine di salvezza, ma i presupposti a inizio stagione erano ben altri e invece quelli che sono pur sempre gli eredi della grande Ignis si ritrovano a battagliare per la sopravvivenza. Circondati da tifosi comunque appassionati ma sempre più spazientiti, che dal 2013 non assistono a un turno di playoff.