di Lorenzo Pardini

La carta d'identità segna 18 anni, ma nonostante la giovane età, il palmarès parla già da solo. Federico Morlacchi, ipoplasia congenita al femore sinistro, si appresta ad affrontare la sua prima Paralimpiade, ma è già detentore di innumerevoli titoli italiani e vanta un argento agli ultimi europei nei 100 delfino.

Federico, quando ha iniziato a fare le prime bracciate?

«Ho incominciato da piccolo. Siccome avevo un pò di scogliosi, il medico mi aveva consigliato di nuotare. A livello agonistico ho iniziato nel 2003 e proprio in quell'anno ho svolto le miei prime gare. Nella Polha Varese, società con cui gareggio, mi alleno insieme ai miei compagni che sono tutti normodotati».

Che cosa prova quando nuota?

«Mi sento libero con me stesso. In acqua sto bene e non sento differenze rispetto ai normodotati, infatti vado anche meglio di alcuni miei compagni e quando facciamo gli scatti li faccio rimpiagere di essersi confrontati contro di me!»

Come si è preparato per i giochi di Londra?

«E' da un anno che mi sto preparando per l'appuntamento. Dopo l'argento conquistato a Berlino mi sono messo sotto con il lavoro. Svolgo doppi allenamenti, uno la mattina e uno il pomeriggio, e ogni giorno nuoto in media 10/11 chilometri. Oltre al lavoro in vasca, svolgiamo anche tre sedute a settimana in palestra per rafforzare i muscoli. Per l'alimentazione non seguo un regime particolare e mangio un pò di tutto».

Si sente da medaglia?

«Vediamo, tutto può succedere. Io mi sono allenato e il mio l'ho fatto. Mi voglio divertire e quello che viene, viene. Agli europei quando ho vinto l'argento ho provato una soddisfazione enorme. Ero arrivato fino all'ultimo giorno di gare senza aver vinto nulla e ho accomulato una tale "rabbia" dentro di me che mi ha spinto ad ottenere quel risultato».

Se dovesse vincere la medaglia, a chi la dedicherebbe?

«Alla mia famiglia, al mio allenatore e a tutti quelli che mi hanno sostenuto nei momenti difficili».

Una sua illustre collega, la Pellegrini, quando era stata designata come portabandiera ha rifiutato, lei che cosa farebbe?

«La stessa scelta. Capisco cosa prova un nuotatore e anche io a Londra il giorno dopo l'inaugurazione gareggio fin dalla mattina, quindi non accetterei».

Andrà a Rio De Janeiro?

«Certo... e anche a quella dopo. Nel 2016 avrò 23 anni e quindi penso proprio che ci sarò. Efrem Morelli (il nostro "papà") ha 33 anni e gareggerà a Londra insieme a noi».