Gallarate, spari nella caserma dei carabinieri: la città si stringe attorno alle forze dell'ordine

Oggi l’interrogatorio del 29enne che ha aperto il fuoco, mentre migliorano le condizioni del militare operato all'addome. L'indagato voleva farsi arrestare perché stanco di restare ai domiciliari in compagnia dei genitori di Rosella Formenti

La caserma di largo Verrotti (Newpress)

La caserma di largo Verrotti (Newpress)

Gallarate, 4 marzo 2015 - Sono continuate anche ieri le manifestazioni di vicinanza e solidarietà da parte dei gallaratesi ai tre carabinieri feriti in caserma a colpi di pistola da Salvatore Marchese. Una tragedia sfiorata che ha toccato profondamente la città, sotto choc per l’accaduto. Il ventinovenne ai domiciliari dopo aver patteggiato una pena di due anni per il reato di lesioni l’altra sera si è presentato al comando dell’Arma a Gallarate: voleva essere arrestato perché pare non riuscisse più a sopportare la convivenza con i familiari. In caserma poco dopo ha scatenato l’inferno sparando contro i militari con una pistola recuperata sul posto.

Oggi sarà interrogato dal gip Nicoletta Guerrero. Marchese, che è assistito dall’avvocato Davide Toscani, potrà fornire la sua versione di quanto accaduto. Ieri ha incontrato il suo legale al quale ha detto di essere dispiaciuto di aver ferito i tre militari e di essersi reso conto di aver commesso un grave errore. Proseguono intanto le indagini per fare chiarezza sul drammatico episodio, ci sono ancora alcuni aspetti sui quali sono in corso accertamenti da parte degli inquirenti, in particolare sulla dinamica del fatto e sulle modalità del recupero dell’arma da parte dell’indagato.

Anche ieri l’attenzione in città era comunque rivolta a quanto accaduto l’altra sera e sono continuati ad arrivare in caserma attestati di vicinanza e solidarietà ai militari. Tanti i messaggi anche sui social network da parte dei cittadini che hanno voluto esprimere la stima nei confronti delle forze dell’ordine quotidianamente impegnate a garantire sicurezza. La notizia attesa da tutti il miglioramento delle condizioni dei feriti, il peggio è passato e anche il carabiniere che era arrivato all’ospedale di Busto Arsizio in gravi condizioni tanto da dover essere sottoposto a un intervento chirurgico all’addome sta meglio. La paura è passata. Nessuno poteva prevedere ciò che l’altra notte è accaduto nella caserma in largo Verrotti quando si è sfiorata la tragedia. Oggi l’interrogatorio davanti al gip di Busto Arsizio del ventinovenne che nel giugno dello scorso anno aveva sparato a un conoscente e per questo si trovava ai domiciliari.

L'altra sera è arrivato al comando dell’Arma e ha chiesto ai militari di turno di essere portato in carcere per scontare il resto della pena perché non sopportava più la restrizione ai domiciliari pare per dissidi con i familiari. Quanto accaduto è ancora al vaglio degli inquirenti: il ventinovenne si è impossessato di una pistola, recuperata all’interno della caserma, e ha aperto il fuoco: dodici i colpi esplosi, in grado di ferire tre militari, poi si è allontanato portando con sé l’arma. I carabinieri lo hanno rintracciato nell’abitazione dei genitori e lo hanno arrestato. Oggi sarà interrogato dal gip al quale potrà spiegare la sua verità su quei momenti in caserma in cui si è sfiorata la tragedia.