Giovedì 18 Aprile 2024

Greta e Vanessa rapite in Siria poi liberate, il difficile ritorno alla normalità

"Ho trovato Greta molto segnata dall’esperienza del rapimento ma la conosco bene, so che si riprenderà e tornerà a impegnarsi per gli altri come ha sempre fatto" di Michele Mezzanzanica

Greta Ramelli con il fratello Matteo nella sua casa a Gavirate

Greta Ramelli con il fratello Matteo nella sua casa a Gavirate

Gavirate (Varese), 1 febbraio 2015 - L’affetto di amici e parenti antidoto agli insulti sui social network, la comunità reale che protegge dalle cattiverie di quella virtuale. E la decisa presa di posizione del parroco di Gavirate, don Piero Visconti. In un lungo scritto sull’Informatore parrocchiale il sacerdote sottolinea «il dovere di raccogliere il desiderio di aiutare le persone in sofferenza che fortunatamente tanti giovani ancora manifestano». Sta lentamente cercando di tornare alla normalità Greta Ramelli, la cooperante ventenne di Gavirate rientrata a casa due settimane fa dopo cinque mesi e mezzo di prigionia in Siria, insieme all’amica bergamasca Vanessa Marzullo. Circondata dall’affetto di parenti e amici nella sua abitazione in provincia di Varese, dopo le prime dichiarazioni si è chiusa nel silenzio, come caldeggiato anche dalla Farnesina dopo l’infuriare delle polemiche relative soprattutto al presunto riscatto pagato per liberare lei e Vanessa. I pensieri della ventenne gaviratese sono affidati a poche persone di fiducia: i familiari, a cominciare dal fratello Matteo che non l’ha abbandonata un attimo da quando è tornata, e le amiche più strette. Come Mariachiara, compaesana e coetanea, sua compagna di classe alle medie e da allora amica inseparabile. Quando Greta è arrivata a Roma dopo la liberazione, insieme alla famiglia sono scese subito nella capitale ad abbracciarla anche due amiche e una di loro era Mariachiara.

«Ho trovato Greta molto segnata dall’esperienza del rapimento - racconta la ragazza - ma la conosco bene, so che si riprenderà e tornerà a impegnarsi per gli altri come ha sempre fatto». Un impegno che l’ha portata a scottarsi, finendo nelle mani di un gruppo armato siriano anche a causa della sua inesperienza. «Sono state dette tante cose - prosegue Mariachiara - e Greta distingue tra le critiche costruttive e le offese. Le prime sono uno stimolo, sicuramente ne farà tesoro per accumulare un bagaglio d’esperienza; le altre sono state superate grazie ai tanti messaggi positivi che sono arrivati». Infatti, per ogni gruppo Facebook che ironizzava - nelle migliori delle ipotesi - sulla scelta sua e di Vanessa, per ogni dichiarazione che stigmatizzava il presunto pagamento di un riscatto, ci sono stati tantissimi attestati di stima. «Da quando è tornata ha ricevuto molte lettere - confida l’amica - da tutta Italia ma anche dall’estero. Le hanno scritto persino dall’Australia, ragazzi e ragazze come lei, per farle coraggio e dirle quanto apprezzassero il suo impegno». E sul fronte istituzionale, per Greta e la famiglia Ramelli vale quanto detto, appunto, dalle istituzioni. «Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha detto che non è stato pagato alcun riscatto e i Ros hanno escluso coinvolgimenti nella rete terroristica», puntualizza Mariachiara che, in conclusione, tiene a sottolineare un aspetto della “biografia” dell’amica: «Al di là dell’impegno in Siria, così come di quello in Africa o in India, Greta ha sempre aiutato il prossimo anche qui: portava i pacchi coi viveri ai bisognosi, forniva assistenza ai senzatetto. Quanti di tutti coloro che l’hanno attaccata e la attaccano conoscono questo suo impegno?».