Provincia, rush finale in Parlamento. A Varese tremano 500 dipendenti

Dal primo gennaio previsto un taglio del 50 per cento dell’organico di Michele Mezzanzanica

CARTELLI La protesta a Villa Recalcati14-12-16 VARESE PROVINCIA DI VARESE PRESIDIO DIPENDENTI DELLA PROVINCIAVARESE(VARESE)VILLA RECALCATINEW PRESS X LOMBARDIANegativo n.51237

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Varese, 18 dicembre 2014 - Sospesi nel vuoto. Oltre 500 dipendenti di Villa Recalcati non conoscono il futuro che li attende da qui a meno di due settimane, precisamente dal primo gennaio 2015, quando dovrebbe entrare formalmente in vigore la Legge Delrio sul riordino degli enti locali. I lavoratori della Provincia hanno organizzato due proteste nel giro di sette giorni, l’ultima martedì scorso con un presidio davanti a Villa Recalcati. Sede anche della Prefettura e proprio al prefetto hanno consegnato un documento da far pervenire al Governo.

La vertenza a livello nazionale sta andando definendosi in questi giorni ma c’è molta incertezza, impossibile capire quel che sarà fino a quando non sarà approvata la Finanziaria. Per questo ci sono mobilitazioni in tutta Italia e Varese non fa eccezione. I numeri a livello locale li snocciola Raffaella Bonetto, dipendente di Villa Recalcati e referente della Cgil-Funzione pubblica: «Siamo 514 dipendenti di cui 5 dirigenti, quindi 509 lavoratori della categoria. La Legge Delrio prevede un taglio del 50% del personale nelle Province che non diventeranno aree metropolitane, dunque qui da noi circa 260 persone dovrebbero transitare verso altre destinazioni». Quali? Proprio qui sta il nocciolo del problema. «In capo alla nuova area vasta (come è stata rinominata la Provincia, ndr) restano l’edilizia e la pianificazione scolastica, la viabilità, il trasporto pubblico e l’ambiente - spiega Bonetto - mentre non si capisce dove finiranno altri indirizzi come la formazione professionale, l’assistenza sociale, la Polizia provinciale e la tutela faunistica. Alcuni dovrebbero essere assorbiti dalle Regioni ma il governatore Maroni ha già detto che vuole lasciarli in capo alle aree vaste: un modo per evitare di accollarsi gli stipendi dei circa 3.000 dipendenti di tutta la Lombardia che passerebbero dalla Province al Pirellone». L’incertezza è molta perché tutti attendono la Finanziaria, col Governo stesso che propone emendamenti al suo testo.

Già dal primo gennaio, però, la riforma dovrebbe entrare a regime. «Siamo molto indietro - insiste la sindacalista - non sappiamo chi pagherà lo stipendio a metà dei dipendenti e se ci saranno le risorse per farlo. C’è poi la questione legata alle professionalità e ai servizi ai cittadini, perché se la situazione verrà risolta mandando i dipendenti negli organi periferici dello Stato, come la Prefettura o il tribunale, il posto di lavoro sarà salvo ma verranno meno le funzioni. Negli anni sono stati assunti profili professionali specifici: docenti per il settore scolastico, educatori per quello sociale, tecnici. Se dovessero andare a svolgere tutt’altre funzioni sarebbe uno spreco di professionalità e competenze, oltre al fatto che verrebbero meno alcuni servizi al cittadino».

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