Emergenza profughi, Varesotto verso quota mille

Prefettura sotto pressione, protestano i cittadini

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Varese, 3 settembre 2015 - Gli albergatori? «Poco disponibili». I sindaci? «Sono in clima preelettorale». Il prefetto Giorgio Zanzi stila un primo bilancio delle operazioni di accoglienza ai profughi. Risultato: l’emergenza è continua e la Prefettura di Varese, al pari delle sorelle lombarde, è in affanno, sotto pressione continua, mentre mancano siti pubblici per accogliere altri arrivi.

È comprensibile: dall’inizio di quest’anno la Prefettura varesina ha dovuto reperire strutture idonee ad accogliere un migliao di immigrati. Operazione quasi impossibile, visto che la Prefettura ha dovuto fare i conti con gli albergatori, restii a offrire una sistemazione ai profughi. «Gli albergatori che hanno offerto la propria disponibilità - spiega il prefetto - sono stati finora solo due. Il problema è che a Varese le strutture alberghiere vivono quasi interamente grazie a clienti che viaggiano per lavoro e affari e sono quindi poco propense ad accogliere immigrati. Stessa situazione nell’area di Malpensa. Gli alberghi ci sono, ma vivono sulla clientela portata dall’aeroporto. Quindi, niente da fare. Occorre ripiegare su altre strutture».

Un altro elemento da considerare, in questo quadro, è Expo 2015.«La manifestazione internazionale di Milano - spiega Zanzi - ha incrementato notevolmente l’attività di hotel e alberghi, che accolgono le delegazioni straniere e il personale che dall’estero è venuto a Milano per lavorare nell’area espositiva. Un effetto quindi positivo per l’attività alberghiera e i servizi di contorno. Ma anche questo fatto, in sè molto positivo, ha ridotto ulteriormente la possibilità di reperire strutture per i profughi».

L’alternativa? Individuare strutture di proprietà pubblica, come le ex caserme. Ma anche in questo caso i problemi non mancano. Come insegna il caso di Lavena Ponte Tresa: la cittadina di confine si accinge a ospitare una cinquantina di profughi. Ma il progetto ha già provocato una sollevazione popolare: in sole due ore oltre 500 cittadini hanno scritto una petizione per fermare l’arrivo dei profughi.

Stessi problemi a Busto e Tradate. Commento lapidario del prefetto: «Anche a questo c’è una spiegazione: i sindaci sono in clima preelettorale». Una situazione, sottolinea Zanzi, che riguarda anche i primi cittadini non politicamente schierati. Tra la popolazione si è creato un clima ostile all’accoglienza di nuovi immigrati, a prescindere dall’appartenenza politica. L’importante, è l’appello di Zanzi, è che le tensioni non degenerino in violenza.

Un pericolo, questo, da non sottovalutare, visto che gli arrivi continueranno anche nelle prossime settimane. Arrivi col contagocce, ma senza interruzioni: 5 profughi ieri, altri 5 oggi. In totale 200 stranieri da smistare nelle diverse strutture di Varese e provincia. «Il dato va chiarito - spiega Zanzi -. Nella ripartizione tra le diverse Prefetture delle quote regionali dei profughi si è creato negli ultimi mesi uno squilibrio. A causa della difficoltà di reperire strutture di accoglienza, Varese non è riuscita ad assorbire la quota stabilita. Perciò ora bisogna riequilibrare la situazione. Non è solo un problema di Varese. Anche gli altri Comuni si trovano nella stessa situazione».