Carabinieri e poliziotti respingono le accuse: "Nessuno ha toccato Giuseppe Uva"

Nuova tappa del processo in corso a Varese con al centro la morte dell'artigiano deceduto in ospedale nel giugno 2008 dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri, che lo avevano fermato ubriaco per strada

Giuseppe Uva (Ansa)

Giuseppe Uva (Ansa)

Varese, 27 novembre 2015 - "Nessuno ha toccato Giuseppe Uva". Questa la posizione espressa in aula dai sei poliziotti e i due carabinieri imputati per omicidio preterintenzionale e altri reati nel processo in corso a Varese con al centro la morte dell'artigiano deceduto in ospedale nel giugno 2008 dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri, che lo avevano fermato ubriaco per strada.

Gli imputati, nel corso del loro esame, hanno respinto quindi le accuse dei familiari di Uva, parti civili, secondo i quali l'uomo avrebbe subito violenze da parte delle forze dell'ordine. «Lo abbiamo fermato perché stava sbarrando gli accessi in piazza con delle transenne", ha spiegato uno degli imputati. "Eravamo intenzionati a lasciarlo andare a casa - ha proseguito - ma ha continuato a dare in escandescenze. A quel punto non potevamo lasciarlo in quelle condizioni per strada e abbiamo deciso di portarlo in caserma per denunciarlo".

Sulla stessa linea l'ispettore. "Non ho rilevato nessun comportamento strano da parte dei miei agenti o dei carabinieri - ha spiegato in aula - ho cercato di parlare con Uva, di tranquillizzarlo. Era seduto e ammanettato e per un attimo è parso più tranquillo - ha sottolineato - quindi gli ho tolto le manette. Subito dopo ha ripreso a dare in escandescenze e abbiamo deciso di chiamare un medico. Voleva fargli una puntura per calmarlo - ha concluso - ma non è stato possibile perché ha inveito anche contro il dottore". 

L'ispettore, interrogato in aula, ha spiegato quindi che è "arrivato un secondo medico, i dottori hanno deciso di concerto di sottoporre Uva ad un trattamento sanitario obbligatorio e abbiamo chiamato il 118". "Quando lo abbiamo accompagnato verso l'uscita per salire in ambulanza, lui si è divincolato e ha sbattuto la testa violentemente contro la porta a vetri. È salito in ambulanza - ha concluso - ed è stato legato alla barella"

IL LEGALE DELLA SORELLA DI UVA: "A mio giudizio oggi gli imputati che hanno reso l'esame hanno confessato l'arresto illegale, hanno portato e trattenuto Giuseppe Uva in caserma senza un motivo giuridicamente valido". Lo ha spiegato a margine dell'udienza l'avvocato Fabio Ambrosetti, legale della sorella di Giuseppe Uva, Lucia. "Per quel che riguarda quanto accaduto nella caserma - ha proseguito il legale - le versioni divergono sensibilmente in vari punti e la posizione degli imputati con le loro dichiarazioni si è aggravata".