A Varese un percorso della memoria per ricordare i partigiani uccisi

L’Anpi propone di valorizzare con targhe storiche e QR code i cippi commemorativi di MICHELE MEZZANZANICA

Una manifestazione dell’Anpi

Una manifestazione dell’Anpi

Varese, 5 novembre 2016 - Un percorso della memoria in città, per ricordare i partigiani uccisi e i luoghi simbolo della Liberazione. È il progetto cui sta lavorando l’Anpi varesina, in collaborazione con l’amministrazione comunale, per «trasmettere la memoria della Resistenza».

L’idea è valorizzare i cippi che ricordano i partigiani uccisi, oggi purtroppo in gran parte dimenticati. L’Anpi ne ha già individuati una dozzina, legati soprattutto all’Ottobre di sangue varesino, quando i nazifascisti torturarono e uccisero decine di partigiani in città e in provincia. In un secondo momento, nel percorso della memoria potrebbero entrare anche edifici simbolo della lotta al nazifascismo come villa Dansi, dove vennero imprigionati e torturati molti partigiani, o il Castello di Belforte, dove fu nominato il primo sindaco della Varese liberata.

Per ora, tuttavia, all’Anpi basterebbe restituire piena memoria ai Walter Marcobi, i René Vanetti e tutti i partigiani uccisi in quel terribile autunno del 1944. «Vorremmo mettere delle targhe esplicative con i QR code - dice Angelo Zappoli, presidente di Anpi Varese - in modo che le persone possano leggere quanto accaduto settant’anni fa in viale Belforte, alle Bettole, a Capolago e in tutti quei luoghi dove è stato ucciso un partigiano. Speriamo di avere il sostegno dell’amministrazione comunale». La proposta è sul tavolo dell’assessore alla Cultura, Roberto Cecchi.

Una volta istituito il percorso, in occasione delle celebrazioni per il 25 Aprile e l’Ottobre di sangue, si potrebbero organizzare iniziative come la «biciclettata della memoria» o una passeggiata non competitiva alla (ri)scoperta dei cippi dedicati ai partigiani, coinvolgendo i privati cittadini e le associazioni sportive. L'Anpi varesina sta infatti lavorando a un ampio progetto di recupero e trasmissione alle generazioni future dei valori della Resistenza, a oltre settant’anni dalla lotta di Liberazione, con le testimonianze dirette dei partigiani ormai sempre più rare. «Lavoreremo molto sul discorso scuole - conclude Zappoli - non tanto sulle elementari quanto sulle medie e superiori, dove c’è una maggiore comprensione dei temi trattati».