«Agli elettori disposti a votare chi appalta cadreghe e sgabelli, chi propina facili promesse pur di "raccattare" consensi, chi è disposto a svendere il legame con il nostro territorio e con la nostra identità per logori equilibrismi finalizzati al solo mantenimento del potere, dico che non sono il consigliere per voi». E’ il commento più forte di Francesca Brianza, candidata al consiglio regionale del Carroccio e, da ieri mattina, sindaco dimissionario di Venegono Superiore, che è stato preso come una sorta di manifesto dai leghisti integralisti in seguito allo scatenarsi di un vero e proprio caso politico venerdì mattina, con la caduta dell’amministrazione che la candidata guidava in alleanza con il Pdl.

Proprio i consiglieri del Pdl hanno sancito la fine anticipata del mandato, iniziato nel 2009, rassegnando le loro dimissioni per una serie di dissidi con gli alleati leghisti culminati a quanto pare in piena campagna elettorale. Dissidi che, a sentire i rispettivi segretari provinciali, Matteo Bianchi per la Lega e Lara Comi per il Pdl, erano già stati discussi e archiviati scongiurando il rischio di far saltare il Comune. Tanto più prima delle Regionali, con i due schieramenti tornati a braccetto per sostenere Roberto Maroni. La Comi ha quindi preannunciato l’espulsione nei confronti dei tesserati che avrebbero agito di testa propria senza il via libera del Pdl.

«Mi fa piacere che il Pdl abbia preso una posizione ferma - commenta l’ex sindaco - Mi auguro adesso che le decisioni annunciate dal partito trovino seguito nei fatti, indipendentemente dal risultato elettorale». Per quanto la riguarda, non si sente in difetto né con gli alleati né con il suo partito, ma ritiene di avere operato nel migliore dei modi come sindaco e come leghista; la responsabilità secondo la Brianza ricade invece sulle modalità di fare politica e di amministrare degli esponenti locali del Pdl.

«Al contrario di questi personaggi da sottobosco partitico, noi leghisti siamo stati pronti ogni volta a confrontarci con gli alleati su temi concreti, ricevendo dagli alleati risposte demagogiche e continui tentativi di mettere i bastoni tra le ruote all'azione amministrativa. E’ evidente che queste dimissioni dei consiglieri di maggioranza è dovuta semplicemente a ridicoli personalismi, giustificati nella forma con scuse raffazzonate e nella realtà dalle solite e vecchie lottizzazioni partitiche. In questo modo hanno forzato la chiusura del mandato in modo irresponsabile, mettendo in un angolo l’interesse della cittadinanza che li ha scelti per governare». Nel caso fosse stata eletta, aveva proposto di proseguire il programma per Venegono fino alla scadenza naturale del mandato con il passaggio del testimone al vicesindaco e un rimpasto di giunta che coinvolgeva anche i consiglieri in quota Pdl all’opposizione.

Soluzione che però ha scatenato malumori intestini al partito alleato. «Faccio presente - conclude - che nessun componente della squadra di maggioranza oggi può chiamarsi fuori dalle responsabilità di questi anni trascorsi amministrando insieme, tanto più con vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici scelti proprio dal Pdl». Il Prefetto nominerà a breve un commissario fino al ritorno alle urne, il prossimo 26 maggio, dove la Lega Nord si ripresenterà. «Saremo compatti davanti agli abitanti di Venegono con l’intenzione di proseguire l’esperienza amministrativa iniziata nel 2009 e chiudere nel migliore dei modi i tanti capitoli ancora aperti», conclude l’ex sindaco.

di Francesca Manfredi