Varese, 30 settembre 2012 - "Oggi a Varese si chiude la fase dei casini interni e del tutti contro tutti, non voglio più sentire gente che litiga o che parla male degli altri: chi non ci sta può andar fuori dalla Lega'': lo ha detto il
segretario della Lega Roberto Maroni, intervenendo al congresso provinciale di Varese , che ha eletto Matteo Bianchi  nuovo segretario provinciale un anno dopo la contestata elezione del bossiano Maurilio Canton,
dimessosi in primavera.

Bianchi, 33 anni, sindaco del paese di Morazzone, era il candidato unico, molto vicino a Roberto Maroni, e ha raccolto 213 voti dei delegati (42 le schede bianche e 23 le nulle).  Né Canton né Bossi erano presenti nel Congresso di oggi. Ma se Bossi non era atteso (anche perché non iscritto a Varese pur abitando a Gemonio), ci hanno pensato il suo successore Maroni e il segretario lombardo Matteo Salvini a portare un messaggio di unità al movimento un anno dopo quel Congresso le cui tensioni sono state revocate da tutti gli oratori. ''trasparenza, serieta' e unita''', sono state le parole d'ordine del neosegretario provinciale Bianchi. ''Matteo, uno di noi eretici'', portavano scritto alcune magliette indossate da delegati suoi accesi sostenitori.

Maroni ha partecipato al congresso varesino insieme al segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini. Prendendo la parola dopo gli interventi di alcuni delegati, proprio come questi ultimi Maroni ha iniziato ricordando quanto nello stesso albergo accadde un anno fa. ''Oggi possiamo dire che si chiude una fase - ha spiegato il leader del Carroccio - si chiude la fase numero uno che abbiamo vissuto in modo tumultuoso dal punto di vista degli affetti, che ci ha turbato e ci ha anche fatto temere che la Lega potesse finire male''.
 

Tutto diverso un anno dopo, per Maroni, che ha ribadito quali sono i principi della sua leadership. ''Non ho mai fatto - ha detto - ne faro' liste di proscrizione in base alle amicizie personali: il criterio sono il lavoro, il merito e la passione dei militanti''. Un'atmosfera serena accompagna i lavori del congresso provinciale di Varese, a cui sono stati ammessi anche i giornalisti e il pubblico, con la presenza di alcune bandiere della Lega Nord e della Lega Lombarda e quelle con il Sole delle Alpi. Mentre non si sono viste bandiere con lo slogan 'Prima il nord!', lo slogan che invece agli Stati Generali del nord di Torino ha sostituito i tradizionali simboli del Carroccio.

Nella giornata varesina della Lega entrano anche i problemi nazionali. In primis la questione della macroregione del nord. Maroni è tornato a sostenere che l'unica ''proposta seria e utile'' per un sistema di macroregioni e' quella formulata dal suo movimento, con la richiesta di una modifica costituzionale per consentire alle regioni
di federarsi e avere un regime fiscale speciale. ''La differenza tra una cosa seria e utile e le chiacchiere - ha risposto senza entrare nel dettaglio della proposta del Pdl - e' che noi proponiamo di trattenere sul territorio il 75% delle tasse pagate dai cittadini. Formigoni e il Pdl decidono di sottoscrivere la nostra proposta? Bene, sennò è una finta e non ci interessa''. Quanto alla solidità della coalizione Pdl-Lega che sostiene Formigoni appunto in Lombardia, Maroni ha ribadito: ''Noi siamo leali, per quanto ci riguarda a Formigoni abbiamo semplicemente detto di non fare nel 2013 quello che ha fatto gia' nel 2006 e nel 2008'', ossia di candidarsi al Parlamento senza lasciare la carica di governatore per poi optare, una volta eletto, per la Regione.

''Roberto Formigoni sta lì almeno finché è la politica a decidere'': lo ha detto il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini. Parlando della posizione dell'alleato presidente della Regione Lombardia, Salvini ha spiegato a delegati e militanti che il suo destino non sara' deciso dalle campagne mediatiche sui costi della politica, ribadendo che ne verrebbero chieste le dimissioni solo in caso di una sentenza di primo grado a suo carico. E' sul piano politico che pero' la Lega chiede al governatore lombardo di rispettare gli impegni. ''Se la lista della spesa che gli abbiamo presentato viene spuntata di mese in mese entro la fine di quest'anno, a partire dal taglio dei ticket ai pensionati - ha detto Salvini a proposito del patto con Formigoni - bene, ma se non e' così si va a casa, non stiamo lì a tirare a campare''.

Sulle politiche torna a prendere la parola Maroni. "La Lega deve impegnarsi - ha detto Maroni - per diventare il primo partito del Nord nel 2015. A febbraio terremo una grande assemblea federale con tutti i militanti per discuterne perche' penso sia meglio stare soli che male accompagnati. Il 2013 è importante ma l'obiettivo è il 2015. Se noi abbiamo il governo dei territori chiunque sia a Roma dovra' fare i conti con noi. Meglio essere padroni qua che andare a Roma".

Quando nel 2015 scadra' il suo mandato, Maroni auspica di vedere "una nuova classe dirigente. Non sono un nuovista, abbiamo una storia ultraventennale di cui andare fieri. La lega non ha bisogno di cambiare nomi e di trasformismi. Dobbiamo essere la Lega del cuore". Riguardo alle dichiarazioni di Montezemolo su un'aggregazione delle forze moderate una prospettiva a sostegno di Mario Monti nel 2013, Maroni ha dichiarato: "Preferisco parlare di progetti e di idee, non di alleanze: non ci interessano le chiacchiere romane. Noi della Lega ci alleeremo con chi sottoscrive i dodici punti del manifesto di Torino''. E la prospettiva di un Monti bis e' stata liquidata dal leader leghista con una battuta: ''Preferisco il mare''.