Omicidio Magnago, l’enigma dei tagli sul braccio. Chi è stato a colpire per primo?

Lonate, omicidio di Deborah: accertamenti sulla lite finita in tragedia di VALENTINA RIGANO

Arturo Saraceno e Debora Fuso

Arturo Saraceno e Debora Fuso

Lonate Pozzolo, 28 maggio 2016 - Chi ha impugnato il coltello e scagliato il primo fendente all’altro? È questo l’interrogativo primo a cui la Procura di Busto Arsizio e i carabinieri di Legnano dovranno dare risposta, per svelare che cosa sia realmente accaduto nella mansarda di Magnago, pochi attimi prima che la 25enne Deborah Fuso morisse accasciata sulle scale del palazzo con una quindicina di coltellate in corpo. Indiscrezioni sull’esame del medico legale sulle ferite del suo fidanzato, Arturo Saraceno, che dopo aver accoltellato la ex compagna ha tentato il suicidio colpendosi al torace, parlano di due ferite al braccio inferte da un’altra mano: quella di Deborah. Si complica quindi la dinamica del delitto della giovane di Lonate Pozzolo, stroncata dalla furia del suo ex fidanzato, lo scorso 17 maggio.

A quanto pare i due tagli sulla parte anteriore del braccio del 33enne, la cui «fotografia» è arrivata nelle mani degli inquirenti ieri mattina tramite l’esame del medico legale, non sarebbero autoinferti come quelli che ha riportato sul petto e che lui stesso ha spiegato facessero parte del suo intento suicida. A ferirlo, quindi, sarebbe stata Deborah Fuso che, secondo la testimonianza di una vicina, avrebbe tenuto tra le mani il coltello in una fase della colluttazione con il fidanzato avvenuta sul pianerottolo del condominio di via Cardinal Ferrari. «I suoi ricordi in merito sono confusi, ma a quanto ha riferito la residente del palazzo, Saraceno avrebbe urlato a gran voce che Deborah lo voleva uccidere - riferisce difensore di Saraceno, l’avvocato Daniele Galati - ora saranno gli inquirenti a dover ricostruire quanto accaduto, ma era nei nostri sospetti fin dall’inizio che quelle ferite non fossero autoinferte». L’avvocato è in attesa del parere del consulente psichiatrico della difesa, «fondamentale per capire in quale stato il giovane si trovasse nelle settimane antecedenti il fatto». Saranno dunque gli investigatori a dover ridisegnare la mattina della tragedia, comprendere se durante la lite - che si è accesa per la ferma decisione di Arturo Saraceno di non proseguire la sua relazione con Deborah e quindi di cancellare le nozze previste per agosto - sia stato lui a prendere in mano il coltello per primo o meno.

La giovane potrebbe essere riuscita a disarmarlo e reagire ferendolo al braccio, nel tentativo disperato di sfuggire alla morte, oppure potrebbe essere stata proprio Deborah a impugnare l’arma e a ferire al braccio il suo ex fidanzato, per poi essere sopraffatta dalla sua reazione e finire accoltellata. Al momento sono solamente ipotesi che, per diventare certezza, avranno bisogno anche della relazione del medesimo medico legale, delegato dall’autorità giudiziaria per l’autopsia sul corpo della vittima, effettuata la scorsa settimana. Per lavorare sulla dinamica dell’omicidio, oltre ad essere concentrati sul movente (motivo per cui sono state sequestrate lettere e telefoni cellulari), gli investigatori hanno prelevato dall’appartamento della coppia anche numerosi indumenti.