Il delitto di Laveno: "Sono pentito e chiedo perdono"

Truccatrice uccisa a martellate, il marito ripercorre gli ultimi istanti: "Il mio gesto ha provocato dolore"

I carabinieri sul luogo del delitto

I carabinieri sul luogo del delitto

Laveno Mombello (Varese), 23 luglio 2016 - "Non so che cosa mi è preso, non riesco a capire come ho fatto a perdere il controllo: se potessi tornare indietro a quella mattina non lo rifarei". Non riesce a darsi pace Roberto Scapolo, l’uomo di 46 anni che sabato scorso ha ucciso la moglie, Loretta Gisotti, a Laveno Mombello. L’uomo, detenuto nel carcere dei Miogni di Varese e accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo matrimoniale, continua a ripercorrere quei pochi istanti di rabbia incontrollata, un raptus scatenato da una serie di rimproveri da parte delle donna.

Al suo difensore, l’avvocato Paolo Bossi, che l’ha incontrato in carcere, ha spiegato di essere "pentito" per il suo gesto, per il dolore provocato ai familiari della moglie e ai suoi parenti. Il difensore lo descrive come una persona "affranta" e "disperata" che, fino al giorno del delitto, era nota ai conoscenti per la sua tranquillità e pacatezza.

Ieri il medico legale Marco Motta, incaricato dal pm di Varese Sara Arduini, ha eseguito l’autopsia sul cadavere della donna. Hanno assistito agli accertamenti anche i medici Alessio Mazzuca e Domenico Castaldo, nominati come consulenti rispettivamente dall’avvocato Bossi e dal legale della famiglia Gisotti, l’avvocato Antonio Battaglia. I primi esiti sembrano confermare il racconto dell’uomo che, dopo l’omicidio, si è costituito ai carabinieri e ha confessato. E fanno emergere lo scenario di una furia cieca, che si sarebbe sfogata sulla donna nell’arco di meno di un minuto.

Loretta, truccatrice di 54 anni, è morta a causa delle martellate inferte dall’uomo. Il marito l’ha anche strozzata, gettandosi su di lei quando era già riversa a terra, ma il gesto non sarebbe stato determinante nel provocare il decesso. La donna è stata colpita alla testa per tre volte. Due colpi, secondo i risultati dell’esame, si sono rivelati particolarmente violenti e avrebbero provocato la morte. La salma della donna, quindi, è stata restituita ai familiari. Oggi verranno celebrati i funerali, alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Comerio, suo paese d’origine.