Varese, 2 luglio 2014 - Oormai lo sappiamo fin troppo bene. La situazione del Varese è abbastanza critica, per usare un eufemismo. Prima la penalizzazione di un punto, poi la mancata iscrizione entro la scadenza fissata per lunedì scorso: tutto ciò farà sì che i biancorossi la prossima stagione partiranno da -3. Ora la società di via Manin ha davanti 14 giorni per mettere a posto tutto il necessario. Il primo tassello è già stato posto: come anticipato, il già segretario generale Giuseppe D’Aniello è stato promosso nuovo direttore generale del Varese. Laurenza si è dunque affidato ad uno di quelli che l’hanno sempre sostenuto. E mai come oggi il presidente ha bisogno dell’aiuto di tutti. «Sono preoccupato - ci ha detto dalla Svizzera -, solo un incosciente non lo sarebbe. Ma sono comunque positivo, in questo momento la gente biancorossa sente lo spirito di appartenenza: chi ha a cuore questa squadra farà qualcosa». Laurenza ha ragione: il Varese è da sempre una squadra che cade, ma è sempre riuscita a risollevarsi. «Quando abbiamo rischiato di affondare in campo, ci siamo sempre rialzati. A Novara c’erano 1000 tifosi in trasferta: li voglio immaginare al mio fianco anche in questa battaglia».
Questi giorni sono stati ribattezzati da Laurenza “i playout societari”: un ardito paragone fra il campo e quello che succede fuori (cioè dentro le banche). «Non eravamo salvi dopo la finale d’andata di Novara e non siamo salvi ora. Questa è l’ultima partita della stagione, si giocherà in termini di garanzie ed ognuno può e deve partecipare». Infatti ogni tifoso biancorosso ha l’opportunità di dare il suo aiuto per sostenere il Varese in questo momento, o almeno è quello che auspica Laurenza: «Ci vuole una sorta di sentimento di autoresponsabilità: tutti potrebbero offrire il loro piccolo contributo. Manifestazioni, eventi, concerti, o anche una lotteria. Se ad esempio ogni tifoso andasse in prevendita nella campagna abbonamenti ci darebbe una grossa mano». Rimboccarsi le maniche per il Varese, questa la ricetta di Laurenza: sarà lui il nuovo Pavoletti, capace di salvare la squadra? «Lui è un grande. Ha umanità, intelligenza e semplicità. È un esempio per tutti noi per quanto riguarda la determinazione». Ma allora, i tifosi devono stare tranquilli? «Non direi tranquilli - conclude Laurenza -, perché ci vuole una giusta dose di paura mixata a spirito positivo. Compatti e uniti ce la faremo».
di Luca Mastrorilli