Giudice di pace, trasloco da Saronno a Legnano "per sicurezza"

Un provvedimento legato alla situazione del personale del periodo estivo ma che certo lascia l’amaro in bocca a una città che per anni ha portato avanti una battaglia amministrativa, coinvolgendo anche i Comuni limitrofi, per trattenere il servizio. Ad agosto, quindi, manca la sorveglianza di Sara Giudici

Ufficio giudice di pace

Ufficio giudice di pace

Varese, 19 luglio 2014 - Con anni di lotte e con la disponibilità a pagare 100mila euro all’anno il servizio del giudice di pace è rimasto a Saronno. Ma chi nel mese di agosto dovrà depositare un ricorso per una multa o accedere agli atti dovrà recarsi alla cancelleria del giudice di pace di Legnano. La vicenda ha dell’incredibile eppure la missiva firmata dalla presidenza del tribunale di Busto Arsizio affissa nell’atrio del palazzo di via Varese non lascia spazio a interpretazioni. Per motivi di sicurezza «preso atto delle difficoltà dell’Amministrazione comunale a provvedere», si legge, dal 28 luglio al 31 agosto, gli atti da depositare al giudice di pace di Saronno dovranno essere presentati all’omologo ufficio a Legnano. 

Un provvedimento legato alla situazione del personale del periodo estivo ma che certo lascia l’amaro in bocca a una città che per anni ha portato avanti una battaglia amministrativa, coinvolgendo anche i Comuni limitrofi, per trattenere il servizio a Saronno. Ma cosa è successo esattamente? Il ministero ha deciso di tenere aperto l’ufficio del giudice di pace saronnese e il Comune ha accettato di sostenere i costi della struttura e del personale. I dipendenti comunali, terminato un necessario iter di formazione ed affiancamento, entreranno in servizio in via Varese solo nel mese di ottobre e per il momento la cancelleria del giudice di pace saronnese, guidato da Erminio Venuto, è tenuta aperta da due dipendenti che si alterneranno nel periodo estivo. Più complessa la situazione per la vigilanza.

Nel 2010 l’Amministrazione comunale decise di rinunciare al servizio delle guardie giurate private, per contenere i costi, e il controllo alla porta d’accesso venne affidato agli agenti della polizia locale che garantivano una presenza quotidiana. Almeno così era fino a quando nel palazzo è rimasto anche il giudice monocratico: dal settembre scorso quando il tribunale è stato trasferito a Busto Arsizio la presenza degli agenti non è garantita nemmeno nei giorni di udienza civile e penale del giudice di pace e nel resto della settimana si riduce ancor di più a sporadici passaggi. Nel periodo estivo, quindi, l’unica dipendente in servizio avrebbe dovuto rimanere sola nell’intera struttura senza nessuno che controlli l’accesso per evitare ingressi di persone non autorizzate o un pronto intervento nel caso di persone che diano in escandescenza. Così la donna ha preso carta e penna e ha scritto al tribunale di Busto Arsizio e alla corte d’Appello di Milano che, alla luce della situazione, ha deciso la provvisoria chiusura «per sicurezza» della cancelleria del giudice di pace. Un provvedimento che ha il sapore di una beffa per i saronnesi che per due anni hanno lottato sotto la guida del sindaco Luciano Porro per trattenere il servizio a Saronno evitando scomode trasferte a Busto Arsizio e che ora si trovano dover andare, almeno per il mese di agosto, nella più scomoda, almeno con i mezzi pubblici, Legnano. 

di Sara Giudici