Stangata in vista sul confine primo ok da Bellinzona sull’imponibile più elevato

Commissione tributi, c’è il sì al ritocco del 22%.

07-07-2011 COMO FRONTALIERI DOGANA POSTO DI CONFINE STATOFOTO CUSA CELL 335 6855682

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Varese, 28 ottobre 2014 - Aumento in vista sulle tasse dei frontalieri. Ancora nulla di definitivo, ma il sì della Commissione tributaria del parlamento ticinese alla proposta di modifica della quota imponibile in busta paga rischia di alleggerire enormemente lo stipendio dei lavoratori italiani impiegati in Svizzera. Rivolto solo ai frontalieri che fanno ritorno a casa ogni giorno (e non, quindi, a quelli «settimanali»), il provvedimento prevede infatti un consistente ritocco verso l’alto del «moltiplicatore d’imposta», che salirebbe del 22% (dal 78 al 100).

IL CONDIZIONALE, però, è d’obbligo, perché la proposta - passata in commissione con verdetto unanime, pur non senza incertezze sull’esito della votazione - dovrà ora arrivare in parlamento, e la sua approvazione pare tutt’altro che scontata. La norma, infatti, potrebbe essere ritenuta incompatibile con le leggi federali e con gli accordi bilaterali, che impongono un trattamento paritario fra residenti stabili e non: c’è dunque la possibilità che un ricorso alla magistratura possa bloccare l’aggravio fiscale. «I frontalieri che oltrepassano quotidianamente il confine - si legge tra le motivazioni al provvedimento - non hanno un legame territoriale con un Comune specifico, e non possono quindi rivendicare l’attribuzione delle stesse regole applicate ai contribuenti tassati in via ordinaria». Il riferimento è ai lavoratori residenti nella fascia di confine (in un raggio cioè di 20 chilometri dalla frontiera), che godono di un trattamento agevolato rispetto a tutti gli altri italiani di stanza in Svizzera. Nel complesso, le casse ticinesi godrebbero di un aumento pari a 20 milioni di franchi (circa 19.5 milioni di euro), 7.8 dei quali sarebbero riversati ai Comuni italiani nei quali i frontalieri risiedono, mentre la parte restante verrebbe suddivisa tra l’Amministrazione cantonale (4.3 milioni) e le Municipalità svizzere che «ospitano» i lavoratori in questione (7.9 milioni).

IL POSSIBILE aumento dei ristorni, dato di per sé positivo, non è comunque auspicato da Pietro Roncoroni, sindaco di Lavena Ponte Tresa nonché presidente dell’associazione che riunisce i Comuni italiani al confine con la Svizzera. «Non mi farebbe piacere - spiega -, perché deriverebbe da uno spropositato aumento delle tasse pagate dai frontalieri. Innalzare le imposte del 2-3% può andare bene, ma se il provvedimento approvato in commissione dovesse diventare legge, i nostri lavoratori perderebbero circa un quinto del loro stipendio. Mi sembra si stia parlando dell’ennesima proposta impraticabile avanzata al di là del confine».