Frontalieri, tasse all’italiana anche in Ticino: stangata del 15%

Tasse in aumento per i frontalieri in Svizzera. O almeno è questo il messaggio politico, chiaro, che il Consiglio Federale, la camera bassa del Parlamento rossocrociato, ha inviato ai propri negoziatori che da anni trattano con Roma per la revisione dell’accordo sul frontalierato del ’74 di R.V.

Dogana al confine tra Italia e Svizzera

Dogana al confine tra Italia e Svizzera

Lavena Ponte Tresa (Varese), 7 ottobre 2014 - Tasse in aumento per i frontalieri in Svizzera. O almeno è questo il messaggio politico, chiaro, che il Consiglio Federale, la camera bassa del Parlamento rossocrociato, ha inviato ai propri negoziatori che da anni trattano con Roma per la revisione dell’accordo sul frontalierato del ’74. Un ordine del giorno, approvato a larghissima maggioranza, che ha messo d’accordo quasi tutti a Berna, malgrado la proposta sia arrivata dalla sola Lega dei ticinesi, e soprattutto malgrado il Governo l’abbia preventivamente bocciata: secondo il ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, la decisione avrebbe infatti introdotto trattamenti discriminatori contrari all’impostazione fiscale svizzera. «Ciò che è successo va preso per quello che è - spiega il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni - si tratta di un ordine del giorno, niente più, e non spetta al Parlamento trattare direttamente con Roma. Detto questo i tentativi svizzeri di variare gli accordi del ’74 modificando la meccanica del ristorno è in corso da tempo. Ciò che vale la pena fare è però ricordare i benefici di quell’accordo che sono stati tanti e a più livelli, e a beneficiarne sono stati certamente i frontalieri e l’Italia, ma anche gli svizzeri e il Ticino: l’economia ticinese per anni ha beneficiato di fatto di una tassazione agevolata potendo così sottopagare i nostri lavoratori. Vantaggi che sono sotto gli occhi di tutti, a che fine modificarli? Credo anzi che sia più opportuno non toccare quell’accordo, compresa la meccanica del ristorno che fa rientrare il Italia il 38% del versato».

Per la Lega dei ticinesi, che ne ha fatto una battaglia, invece, l’applicazione della tassazione italiana ai nostri frontalieri, con un aumento del 15% immediato delle trattenute nelle buste paga dei nostri lavoratori, avrebbe un effetto positivo nella riduzione del dumping salariale costituendo un freno all’aumento del numero dei lavoratori italiani oltreconfine, ormai circa 63mila, di cui 26mila varesini. Non solo l’aumento significativo delle trattenute non renderebbe più molto appetibile il mercato del lavoro ticinese per varesini e comaschi, ma anche il possibile adeguamento verso l’alto degli stipendi non renderebbe più così appetibili i nostri lavoratori, spesso sottopagati, rispetto a quelli svizzeri. 

di R.V.